Se l’identità di un luogo passa anche attraverso i suoi piatti e i suoi sapori, per conoscere davvero la Sicilia, una volta arrivati in questa splendida regione, sarebbe un peccato non concedersi del tempo per scoprire i suoi vini dal sapore deciso.
Terra di eccellenze gastronomiche e patria di alcuni tra i piatti simbolo della nostra tradizione, la Sicilia è, in effetti, una meta molto ambita dai cultori del mangiar bene e del buon bere, tanto che in tutta la regione è ormai possibile parlare di un vero e proprio turismo eno-gastronomico, con migliaia – se non milioni – di turisti che ogni anno si riversano a queste latitudini per appagare i sensi e vivere un’esperienza culinaria unica e, per molti, irripetibile.
E se l’assaggio di simili leccornie si accompagnasse alla visita di luoghi incantati non sarebbe ancora meglio? Se la prospettiva di consumare un tipico pranzo siculo dopo aver camminato tra i secolari boschi etnei stuzzica il vostro appetito e la vostra fantasia, in questo articolo vi racconteremo come poter vivere in prima persona questa bellissima esperienza.
Noi lo abbiamo fatto scegliendo il tour enogastronomico organizzato da MrExcursions: si tratta di un’escursione leggera, alla portata di tutti e che, soprattutto, ci ha permesso di conoscere meglio e più da vicino il Monte Etna, i suoi sentieri e i suoi eccezionali vitigni.
Ecco il nostro racconto.
Il nostro tour enogastronomico sull’Etna
Il tour organizzato da Vittorio e il suo team è più di una semplice escursione: si tratta di una vera e propria avventura in cui il divertimento si accompagna alla scoperta di storie, informazioni e luoghi meravigliosi.
Definirlo unicamente un tour enogastronomico è, in effetti, inesatto. Nel vivere questa avventura, la natura è sempre presente; si cammina, si scoprono panorami da sogno e, soprattutto, si ammira da vicino, toccandola con mano, la magnificenza del Monte Etna.
Il nostro viaggio ha avuto inizio al mattino presto, da Taormina. Dopo aver concordato il punto di ritrovo con Vittorio, siamo saliti in minivan per raggiungere le pendici dell’Etna e, sempre in compagnia della nostra guida, abbiamo raggiunto un delizioso chalet situato a quota 1500 m.s.l.m., proprio sul vulcano, per una pausa caffè prima di dare il via all’escursione vera e propria.
Stare e passeggiare sull’Etna, avvolti e protetti dal silenzio dei boschi secolari di pini e betulle che abbiamo attraversato, regala un’emozione che è davvero difficile descrivere. Ma il più grande senso di meraviglia, forse, lo si prova quando si varca l’ingresso della grotta lavica, durante una delle tappe previste dal programma del tour.
Sull’Etna sono presenti all’incirca 200 grotte laviche, originatesi in seguito ad altrettante (e più) colate laviche per effetto del raffreddamento – e dunque della solidificazione – delle porzioni esterne del materiale eruttivo, che depositandosi hanno dato forma a queste cavità tubolari, di lunghezza molto variabile a seconda dei casi, estremamente affascinanti e attraverso cui è possibile immergersi in un mondo sotterraneo.
Alcune di queste grotte possono essere esplorate anche in autonomia. Per la Grotta della Neve (o dei Ladroni), quella che abbiamo visitato, è stato invece necessario dotarsi di caschetti e luci da speleologia, ma il noleggio di tutta l’attrezzatura era compreso nel prezzo del tour.
A questo punto, dopo aver abbandonato la grotta, è stato il momento di risalire una bottoniera di sette crateri laterali formatasi nel 1865 A.C., e di fare una nuova immersione nella natura e tra i sentieri dell’Etna.
E forse perché l’attività fisica stimola l’appetito (possiamo confermarlo!), uno dei nostri momenti preferiti, dopo le splendide passeggiate del mattino, è stato quello dell’arrivo in tavola! Sempre in compagnia della nostra guida ci siamo diretti verso una casa vitivinicola locale, l’azienda vinicola Gambino Vini a Linguaglossa, dove abbiamo potuto gustare un pranzo in stile etneo a base di couscous, formaggi locali, salumi di suino nero dei Nebrodi, salsicce tagliate al ceppo di Linguaglossa (presidio Slow Food) e gustosissimi antipasti di verdure. Naturalmente, il tutto innaffiato da qualche calice del prelibato vino dell’Etna, di cui vi parliamo meglio nel prossimo paragrafo.
I vini dell’Etna
Il legame che esiste tra l’Etna e la coltivazione della vite racconta una storia antichissima. Secondo il parere degli storici, la produzione di vino sul vulcano avrebbe avuto inizio sin dall’età del Neolitico, affermandosi poi come attività commerciale – fatta anche di esportazione e smercio presso i popoli del mare – grazie ai Fenici prima, e i Greci in seguito.
Ne discende che qui, sul vulcano più alto di Europa, sono presenti alcuni tra i vigneti più antichi coltivati in Italia. Quella praticata sull’Etna viene spesso definita viticoltura eroica; il contesto in cui le uve crescono e maturano può sembrare all’apparenza ostile, tra pendenze considerevoli (le coltivazioni sono poste tra i 400 e i 1200m. di altitudine) e le forti escursioni termiche che sul vulcano si registrano nell’alternarsi tra il giorno e la notte.
In realtà è proprio questo ambiente all’apparenza aspro e poco clemente che dona ai vini dell’Etna delle caratteristiche uniche e distintive.
In questo luogo così speciale, bianchi e rossi hanno un carattere forte, deciso, rispettando in piena regola lo stile siciliano, ma non mancano spumanti e vini rosati di pregio, più delicati e addolciti da note aromatiche più raffinate.
La produzione di vini dell’Etna DOC si basa sull’impiego dei quattro vitigni autoctoni presenti sul territorio etneo, ovvero:
- Nerello Mascalese
- Nerello Cappuccio
- Carricante
- Catarratto
Ognuna di queste uve conferisce al vino qualcosa di unico, un sapore difficile da replicare o da ritrovare altrove.
Il nostro consiglio, se siete a Catania, Taormina, Giardini Naxos e dintorni, è quello di non perdere l’occasione e di regalarvi un’esperienza di assaggio che, ne siamo certi, vi sorprenderà per l’intensità e la piacevolezza dei sapori. E tutto questo in un unico wine tour, in cui la pienezza dei sapori si accompagna alla meraviglia della natura, tra allegri cin cin e tante nuove scoperte.