I vini rosati vivono ultimamente un periodo di grande popolarità tra gli appassionati, che ne apprezzano la versatilità, freschezza ed eleganza. Ma come si ottengono i vini rosati? Quali sono le principali tipologie e le denominazioni più famose? E soprattutto, come scegliere il vino rosato più adatto al proprio palato e al proprio piatto? Ecco una carrellata nel mondo dei rosè, per scoprire tutti i segreti di questi vini. 

Come nascono i vini rosati

I vini rosati nascono da uve a bacca nera, attraverso un procedimento che riduce al minimo i tempi di macerazione a contatto con le bucce e i vinaccioli, in modo che solo una piccola parte delle sostanze coloranti e dei tannini venga ceduta al vino: questa tecnica particolare è chiamata vinificazione in rosato.

L’unica eccezione è quella delle cuvées degli spumanti rosati ottenuti mediante il metodo classico, che possono essere ottenute anche mescolando vini base bianchi e rossi.

La durata del periodo di macerazione svolge la parte preponderante per determinare le caratteristiche del vino ottenuto, in particolare l’intensità delle colorazione e la struttura del corpo: in linea generale si può dire che più lunga è la macerazione, più scuro e corposo sarà il vino rosato. La gamma di colori dei vini rosati va dal rosa pallido al rosa salmone, dal rosa cipria al rosa lampone, dal rosa ciliegia al rosa rubino.

Le principali tipologie di vini rosati

I vini rosati possono essere suddivisi in due grandi categorie: i vini rosati freschi e leggeri e i vini rosati di media struttura.

I vini rosati freschi e leggeri sono quelli che hanno una macerazione molto breve (da poche ore a un giorno) e che presentano un colore chiaro, una gradazione alcolica bassa, una buona acidità e una moderata aromaticità. Sono vini ideali da bere giovani, da soli oppure in abbinamento a piatti leggeri e delicati, come ad esempio antipasti di pesce, insalate, formaggi freschi e verdure.

Appartengono a questa tipologia la maggior parte dei vini rosati prodotti al nord, come per esempio l’Oltrepò Pavese rosato DOC, il Bardolino Chiaretto DOC, il Garda DOC Classico chiaretto, il Riviera del Garda Bresciano chiaretto DOC e l’altoatesino Lagrein Kretzer DOC.

Dall’altra parte ci sono i vini rosati di media struttura che nascono invece a seguito di una macerazione più lunga (da uno a tre giorni) e che presentano un colore più intenso, una maggiore gradazione alcolica, una minore acidità e una maggiore complessità aromatica. Sono vini che possono beneficiare di un breve affinamento in bottiglia o anche di un passaggio in legno, in alcuni casi.

Da un punto di vista culinario questi vini si abbinano bene a piatti più saporiti e strutturati, come primi piatti con sughi di carne o di pesce, carni bianche o rosse alla griglia o al forno, formaggi stagionati e salumi. Questa tipologia di vini generalmente nasce nel sud Italia, dove la concentrazione zuccherina dei mosti permette di ottenere prodotti dal tenore alcolico più elevato: alcuni esempi sono il Cerasuolo d’Abruzzo superiore DOC, il Tintilia del Molise DOC rosato, il Cirò DOC rosato, il Salice Salentino DOC rosato, il Terre di Cosenza DOC rosato e molti altri.

Le denominazioni più famose di vini rosati

L’Italia vanta una grande varietà di vini rosati, che riflettono le diverse tradizioni vitivinicole delle varie regioni. Tra le denominazioni più famose e apprezzate, possiamo citare:

  • Il Five Roses di Leone de Castris, il primo vino rosato italiano, nato in Puglia durante la seconda guerra mondiale. Si tratta di un vino ottenuto da uve Negroamaro (90%) e Malvasia Nera (10%), dal colore rosa intenso, dal profumo fruttato e floreale e dal sapore morbido e armonico.
  • Il Rosato di Toscana IGT, un vino che nasce dalla vinificazione in rosato di uve Sangiovese, il vitigno principe della Toscana: un vino che si presenta con un colore rosa brillante, un profumo delicato di frutti rossi e fiori e un sapore fresco e sapido.
  • Il Rosé Vino Nobile di Montepulciano DOCG, un vino che deriva dalla vinificazione in rosato di uve Prugnolo Gentile (85%), il clone locale del Sangiovese, e altri vitigni a bacca rossa (15%). Si caratterizza per un colore rosa tenue, un profumo elegante di frutta e fiori e un sapore equilibrato e persistente.
  • Il Rosato del Salento IGT, un vino che proviene dalla zona del Salento, in Puglia, e che può essere ottenuto da diverse combinazioni di uve a bacca nera, tra cui Negroamaro, Primitivo, Malvasia Nera, Susumaniello e Montepulciano. Si distingue per un colore rosa intenso, un profumo intenso di frutta matura e spezie e un sapore pieno e avvolgente.
  • Il Rosato Sicilia DOC, un vino che rappresenta la varietà e la ricchezza del territorio siciliano. Può essere prodotto da uve autoctone come Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Frappato, Perricone e altre, o da uve internazionali come Syrah, Cabernet Sauvignon, Merlot e altre, e si contraddistingue per un colore rosa vivace, un profumo fruttato e floreale e un sapore fresco e minerale.