Se qualcuno dovesse chiedervi: “qual è la prima cosa che vi viene in mente a proposito del Delta del Po”, sicuramente potremmo sentire citare le zanzare, l’umidità, il caldo afoso, gli aironi, forse l’abbazia di Pomposa, ma nessuno penserebbe al Riso.

Eppure nel Delta del Po questo importantissimo cereale si coltiva da secoli, tanto che le prime testimonianze di superfici investite a risaia nelle limitate terre emerse di queste zone risalgono addirittura al 1495, ai tempi del duca Ercole I d’Este.

Dopo i primi limitati tentativi di bonifica dei terreni realizzati dai monaci benedettini insediati a Pomposa e quelli cinquecenteschi degli Estensi, la prima vera bonifica del territorio del basso ferrarese e del Delta del Po è avvenuta fra l’inizio del ‘900 (chi ricorda l’epopea degli scariolanti?) e l’immediato secondo dopoguerra, e ha avuto, come risultato di grande valore quello di rendere disponibile un terreno che potremmo definire vergine, un terreno che non è stato sfruttato nei secoli precedenti e con caratteristiche climatiche, ambientali e di conformazione dei terreni uniche ed irripetibili, tali da distinguersi dalle altre aree coltivate a riso.

Partendo da queste considerazioni, un gruppo di agricoltori nel 2006 ha dato inizio alle pratiche per il riconoscimento del marchio di eccellenza IGP (Indicazione Geografica Protetta), conclusosi l’11 novembre 2009 con l’ottenimento definitivo del contrassegno europeo di qualità.       

L’area di produzione si estende su 9 comuni in provincia di Ferrara e 8 in provincia di Rovigo. Questi particolari terreni sono accumunati dalla loro lenta capacità drenante e dalla vicinanza al mare. Attraverso le brezze marine e i bassi livelli di umidità relativa, il Riso IGP cresce in un territorio incontaminato e si arricchisce di tutte le particolari caratteristiche nutrizionali e organolettiche che lo contraddistinguono. 

La prima coltivazione di Riso del Delta del Po IGP conta 65 ettari di risaia, con una produzione di 3 mila quintali. L’interesse verso questa coltura certificata ha continuato a crescere, tanto che nel 2012 viene costituito il Consorzio di Tutela del Riso del Delta del Po IGP. Da questi primi 12 soci fondatori, oggi il Consorzio raggruppa 37 aziende e la filiera del Riso IGP può vantare 1587 ettari di coltivazione certificata per una produzione totale di 78 mila quintali. L’intera filiera, dalla semina alla confezione, si colloca all’interno dell’area di produzione e questo garantisce un costante controllo di qualità e di rispetto del Disciplinare.

Uno degli obiettivi del Consorzio, presieduto dall’ing. Adriano Zanella, è quello di garantire quest’alta qualità e la filiera produttiva del Riso del Delta del Po IGP attraverso un severo disciplinare di produzione, in fase di modifica al fine di migliorare costantemente il livello qualitativo a completa garanzia del consumatore. Ma la vera sfida che il Consorzio sta affrontando è il miglioramento della competitività del riso dell’area del Delta del Po attraverso la diversificazione con nuovi prodotti biologici e connotati da aspetti nutraceutici. Ad evitare dubbi linguistici specifichiamo che i nutraceutici sono quei principi nutritivi contenuti negli alimenti che hanno effetti benefici sulla salute.     

Questo progetto, condotto in collaborazione col prof. Vincenzo Brandolini e la dott. Annalisa Maietti dell’Università di Ferrara, ha l’obiettivo di incentivare l’innovazione e la diversificazione del Riso del Delta del Po IGP in funzione delle richieste dei mercati per migliorare la sostenibilità economica e ambientale della produzione della zona.  

Alessandro Fabbri