Bancarel’VINO e i vini finalisti del premio 2017 - Sapori News Bancarel’VINO, giunto alla sua 33 esima edizione ha presentato a Milano i suoi 4 finalisti del premio 2017 in occasione di un pranzo dove in abbinamento ai vini sono stati proposti dei piatti a cura dello chef Giovanni Bon del Savini Ristorante.

Il premio è nato a Mulazzo, cittadina nei pressi di Pontremoli in Lunigiana, dove nel 1953 è nato il Premio Letterario Bancarella, e nel 1983 il Premio Bancarel’VINO sulla scia del successo del Premio Bancarella. L’universo del libro è da sempre legato al destino di questo territorio che ha visto emigrare numerose famiglie di mulazzesi con gerle piene di libri da vendere nei mercati delle piazze d’Italia e, in certi casi, anche all’estero. Alcuni di questi emigranti, grazie all’esperienza acquisita, fondarono case editrici e aprirono librerie in varie parti del mondo. E’ in questo contesto che è cresciuto il Premio Bancarella, manifestazione di rilevanza notevole per tutto l’ambiente letterario italiano e non solo, che ha portato a Mulazzo ed alla vicina Pontremoli, rinomati scrittori e giornalisti.
Il Premio Bancarelvino fu ideato dall’allora sindaco Gian Lorenzo Rosi, dal comm. Mario Mengoli e da due ristoratori, Gianni e Dorina, titolari del ristorante lunigianese, “Da Giannì”, a Milano. La finalità inconfessata era quella di sottrarre il vino Lunigianese, a un’immagine che lo vedeva, per lo più, associato alla vita contadina: una bevanda per le classi subalterne. Riserva energetica nel duro lavoro dei campi e pozione scacciapensieri nel tempo trascorso in osteria. Poco curato enologicamente e distante da ogni forma di cultura alta. Pertanto in accordo con l’Unione Librai Pontremolesii e l’Accademia della Vigna Bianca e della Vigna Rossa, si decise di assegnare il Premio Bancarel’VINO a un vino ma anche a un libro inerente questa bevanda, e, quindi in grado di conferirle un valore culturale. Il Premio Bancarel’VINO, nonostante le numerose perplessità iniziali non ha smesso di crescere, riscontrando col passar degli anni, sempre più consensi e riconoscimenti di pubblico e critica, guadagnandosi uno spazio di prim’ordine tra gli operatori e gli appassionati del settore.

I produttori, inizialmente pochissimi, hanno saputo affermarsi nel corso degli anni, portando alla Provincia di Massa due DOC, quella del Vermentino dei Colli di Luni e quella dei Colli di Candia, nonché una IGT Val di Magra, la parte più interna del territorio rappresentata da 14 Comuni della Lunigiana. Numerose le aziende agricole e in alcuni casi le agrituristiche, che hanno contribuito al miglioramento del paesaggio e allo sviluppo di una importante economia, attraverso un’evoluzione e un rafforzamento della produzione: una viticoltura eroica, poiché si tratta di aziende piccole che, seppur con caratteristiche analoghe, rispecchiano nei vini ciascuno la personalità del produttore e la sua tradizione. Oggi la scommessa è vinta. I vini lunigianesi hanno conquistato un loro spazio non solo fra i consumatori ma anche nel giudizio degli esperti che, anzi, non disdegnano di partecipare al premio Bancarel’VINO in qualità di presidenti di giuria, come avvenne nel 2003 quando tale ruolo onorario fu ricoperto dal giustamente celebrato Veronelli.
Dopo questa premessa raccontiamo le quattro etichette finaliste del premio presentate da Marco Bellentani, giornalista e critico enogastronomico. Il primo vino Fosso di Corsano 2016 di Terenzuola, un Colli di Luni DOC Vermentino in purezza, è stato dopo la fermentazione delle diverse parcelle, sui propri lieviti fini in tini d’acciaio, per sette mesi acquisendo un’ottima complessità. Nel calice aveva un rilucente colore giallo paglierino con riflessi dorati, profumi di fiori bianchi, seguiti da note erbacee officinali e frutta a polpa bianca. Il sorso minerale e sapido era equilibrato di buona persistenza. E’ stato abbinato a uno “Sformatino di zucca e ricotta, crema di marron glacé e fonduta di mozzarella di bufala” con cui vi era un perfetto equilibrio.
La seconda etichetta è stata Traverso di Vigne Conti, un Vermentino DOC Candia dei Colli Apuani del 2016. Dopo una tonalità giallo paglierino intenso si sono susseguiti profumi agrumati di pompelmo e di frutta matura a polpa gialla, poi di erbe officinali, corbezzolo con a chiudere note iodate. La beva di buona freschezza e sapidità aveva un retrogusto di frutta e erbe con un finale lungo. Questo vino è stato abbinato a un “Risotto alla bisque di gamberi all’aneto e carpaccio scottato di capesante”.
La degustazione ha previsto poi il Bianco Otto Ottobre di Fattoria Ruschi Noceti. Classificato come IGT Va di Magra dell’annata 2015 è prodotta da uve Durella al 60%(solitamente coltivata nei Monti Lessini in Veneto) e dalla rarissima varietà autoctona della Lunigiana Luagda per la restante parte. La Fattoria Ruschi Noceti ha la sua sede dove sorgeva un antico monastero, nei pressi della cittadina di Mulazzo, e da questo fatto è comprensibile il recupero di questo vitigno per lo più sconosciuto. La raccolta di uve vendemmiate tardivamente porta a un giallo dorato intenso, profumi di frutta gialla matura, erbe, sensazioni minerali. L’assaggio con una bella freschezza e accenni sapidi era strutturato, di moderata alcolicità, con a chiudere una nota mentolata e balsamica. L’abbinamento in questo caso è stato con una felice combinazione “Tra terra e mare” con ombrina, gamberi e merluzzo.

Il quarto vino che chiudeva la degustazione è stato Cybo di Roberto Castagnini Viticoltore, della DOP Candia dei Colli Apuani 2016, da uve Massaretta una varietà rossa, tipicamente autoctona, con un grappolo spargolo coltivato anticamemte sui terrazzamenti di Avenza a Carrara. La varietà per le sue caratteristiche richiede al vitilcoltore di mettere il vino, durante il processo di vinificazione, a contatto con l’ossigeno per cui durante la macerazione sulle bucce di 20 giorni vengono fatti 4 rimontaggi al giorno la prima settimana, 2 durante la seconda, poi di restare in acciaio per 1 anno senza contatto con l’aria. Un colore rosso rubino intenso ha preceduto profumi di frutti di bosco, ribes e una nota decisa speziata di pepe nero e un accenno tostato. L’assaggio con tannini morbidi aveva equilibrio, un piacevole retrogusto speziato e una buona persistenza. L’abbinamento con un “Brasato di manzo al vino rosso Cybo, su polenta rustica” che ha esaltato il vino.
Al termine della degustazione è stato comunicato che proprio Cybo 2016 è stato decretato vincitore del premio Bancarel’VINO 2017.

di Giovanna Moldenhauer