Il Bianchello del Metauro, autoctono bianco delle Marche e prima Doc ad essere approvata nella provincia di Pesaro Urbino (1969), è da sempre conosciuto per piacevolezza e freschezza, che si rivelano subito al palato.
Ma è anche un vino che ha una lunga storia!
Il Bianchello del Metauro nei secoli
Sembra, infatti, che sia stato a causa di queste sue caratteristiche che sia stato il vero alleato di Roma contro le truppe cartaginesi e galliche nella storica battaglia del Metauro (207 a.C.).
Secondo Polibio, nel libro XI de “Le Storie” (capitolo I, paragrafi 2-7), alla vigilia dello scontro parte delle truppe avversarie guidate da Asdrubale si sarebbero ubriacate, consegnando la vittoria nelle mani di Gaio Claudio Nerone e delle sue legioni.
Il territorio del Bianchello, però, era famoso per i suoi vini anche nel Rinascimento.
Tracce della sua fama si trovano nelle parole di Sante Lancerio, storico, geografo e “bottigliere” di Papa Paolo III (1534-1559), che parla di Fano come città di “buon vino e belle donne”.
E anche Andrea Bacci, medico personale di Papa Sisto V e professore di Botanica all’Università di Roma, nel suo “De naturali vinorum historia” (1596) riconosce la specificità dei vitigni coltivati nella zona di Urbino e fa riferimento ai “vini di alta qualità” assaggiati nelle campagne del Nord delle Marche.
Oggi la denominazione si estende lungo il basso e medio corso del fiume Metauro, dove i vigneti si distribuiscono tra i comuni di Fano, Cartoceto, Saltara, Serrungarina, Montefelcino, Isola del Piano, Fossombrone, S. Ippolito, Montemaggiore, S. Giorgio, Piagge, S. Costanzo, Orciano, Barchi, Fratterosa, l’isola amministrativa “Cavallara” del comune di Mondavio e parte dei territori comunali di Urbino e di Fermignano.
Una piccola area che negli anni ha saputo, però, evolversi, passando dall’immagine di vino semplice e di grande bevibilità a un prodotto di maggiore personalità e longevità.
Già dal suo nome si evince che è un vino bianco, che deve il suo colore a quello tenue degli acini, perciò è perfetto in abbinamento a piatti di pesce e carni bianche al forno e alla griglia.
Oltre alla versione ferma e giovane, il Bianchello del Metauro si trova anche nelle tipologie Superiore, Spumante e Passito.
Nella versione ferma e superiore è ampio al naso con sfumature agrumate di fiori bianchi e polpa di frutti gialli.
Il palato è fresco, sapido e carezzevole. Le sensazioni agrumate sono tipiche della versione spumante, mentre il passito va verso il miele di acacia o girasole.
BIANCHELLO DEL METAURO – NUMERI PRINCIPALI
BIANCHELLO DEL METAURO DOC (istituita il 10.06.1969)
Superficie vitata Ha: 250
Resa uva/Ha: 14 ton
Vitigni: Bianchello (Biancame) min. 95%, Malvasia Bianca Lunga max 5%
ISTITUTO MARCHIGIANO DI TUTELA VINI (IMT)
Con 519 aziende associate per 16 denominazioni di origine – di cui 4 Docg – l’Istituto Marchigiano di tutela vini (Imt) rappresenta l’89% dell’imbottigliato della zona di riferimento e incide per il 45% sull’intera superficie vitata regionale (oltre 7.500 ettari tra le province di Ancona, Macerata e Pesaro-Urbino).
Dal 1999 supporta tutti i produttori e garantisce l’autenticità delle produzioni. Info: www.imtdoc.it