Il ristorante degli chef - Sapori News

Difficile realizzare qualcosa di nuovo nell’universo dei programmi televisivi che hanno come ispirazione la cucina. Rai2 sembra esserci riuscita.  

Già alla presentazione alla stampa avvenuta a Milano negli eleganti spazi di Identità Golose, si percepiva che qualcosa di nuovo, è il caso di dirlo, “bolliva in pentola”.

Il titolo della trasmissione, in onda il martedì in prima serata, è “Il Ristorante degli Chef”. Gli chef cui ci si riferisce, in realtà, non sono i tre acclamati e pluristellati che fanno da giudici, ma chi tra i concorrenti riuscirà a vincere, superando coinvolgenti seppur macchinose selezioni. Il format, liberamente taylored secondo il gusto italiano, è tratto da “Kitchen Owners-Duenos de la Cocina”, un programma di Telefe che ha spopolato in Argentina.
La figura del presentatore, nella versione italiana è stata abolita. Punti di riferimento che si alternano senza soluzione di continuità, in interventi che sembrano fuochi d’artificio, sono Andrea Berton, Philippe Léveillé e Isabella Potì, tre icone della cucina, collezionisti di “stelle”, “cappelli” e “forchette”, personaggi ancor più affascinanti sullo schermo e nella professione perché dalle personalità così diverse tra loro. 

Berton, Ambasciatore EXPO, formatosi nella brigata di Gualtiero Marchesi e al Ristorante Trussardi alla Scala, da un paio d’anni è diventato splendido proprietario del “Breton al lago”. Léveillé, francese di nascita ma italiano d’adozione, porta la sua eclettica cucina internazionale in giro per il mondo, da Bangkok a Seul, da Las Vegas a Hong Kong, dove ha aperto un suo ristorante dall’emblematico nome “L’Altro”. 

Infine, last in ordine alfabetico, but not least per talento e grinta, Isabella Potì vanta importanti esperienze professionali alla corte di chef stellati all’estero e in Italia. Oltre a figurare nella lista di Forbes 2017 “30 Under 30 Europe nella categoria Art, è considerata una delle dieci donne più influenti della cucina italiana e Gambero Rosso l’ha nominata una delle 20 migliori pastry chef. Non male già a 23 anni!

Il ristorante degli chef - Sapori News

la brigata al primo assalto

Come in una scuola ideale dove gli insegnanti non sono giudici ma esempi da seguire, i nostri magnifici tre cercano un contatto umano con i candidati, indagandone storia e radici che, se sono buone, permetteranno alla pianta di crescere più facilmente, sana e rigogliosa. Quello che piacerà al pubblico, giovane e non, affamato di messaggi positivi, sarà la valorizzazione della loro resilienza, la capacità di far nascere da una situazione anche grave, o comunque problematica, un’opportunità, una possibilità che, se colta e perseguita con fiducia, potrà cambiare la vita a sé e agli altri, felicemente.

Così i tre giudici, e noi con loro, si lascano coinvolgere dalla concorrente operaia che, bloccata per 6 mesi da una brutta frattura, ha scoperto la sua grande passione per la cucina che forse le permetterà di intraprendere  una nuova professione, o il padre che, persa la moglie, dovendo preparare i pasti per i tre figli, ha realizzato di essere “bravissimo”. Per chi sia abituato da altre trasmissioni dello stesso calibro a immedesimarsi in concorrenti che, seppur talentuosi e determinati, sono rassegnati a farsi ingiuriare sullo schermo davanti a parenti e amici, sarà come respirare una boccata d’aria fresca. Non arroganza, ma empatia, finalmente.

Il ristorante degli chef - Sapori News

Come a scuola in tempo di esami. Ognuno al suo banco, di lavoro

Il primo impatto con i concorrenti, 80 selezionati su 2000 candidati, è all’aperto  in una sorta di ordinato pic-nic dove ognuno ha portato da casa un suo piatto capolavoro, materia di giudizio alla cieca. I 40 che non ce l’hanno fatta, lasciano la gara. Gli altri 40 si ritroveranno nel ristorante bistrot loro dedicato in cui, fatta la spesa nel mercato che fornisce gli ingredienti, devono lavorerare fianco a fianco condividendo gli spazi, con calma professionale nonostante il tempo scorra inesorabile. In 20 minuti ognuno dovrà preparare ex novo il proprio piatto speciale da sottoporre al giudizio, cercando anche di incuriosire  con l’originalità dei titoli, da “O’friggitiello s’è magnato il baccalà” a “La colazione intelligente” ovvero un toast a base di cervella e capperi. Il kick off continua. Nella prova seguente, i concorrenti sopravvissuti alla selezione, schierati in quattro postazioni, si cimentano a creare piatti classici che hanno resa famosa l’Italia nel mondo: dal risotto alla milanese, alla parmigiana di melanzane, dal tiramisù alla carbonara. 

Il programma prosegue con sfide sempre diverse che si svolgono tutte nel ristorante bistrot la cui gestione fa parte della competizione. Ospiti famosi, e non, contribuiscono a movimentare il palcoscenico. Nella finalissima cui è invitato anche un prestigioso chef ospite, il vincitore riceverà come premio la possibilità di frequentare la Scuola Internazionale di Cucina Italiana Alma.    

Indipendentemente se possa diventare fonte di lavoro retribuito, anche ottimamente retribuito, la cucina è una materia nobile da cui dipende la nostra salute, “siamo quello che mangiamo” dice un antico detto, ed è, soprattutto, uno splendido momento di condivisione, di amore e perché no, di sacralità. Una trasmissione che oltre a insegnarci a utilizzare propriamente ingredienti buoni e freschi, ci trasmetta valori in cui credere ha tutte le credenziali per essere vincente. 

“Il ristorante degli chef” è scritto da Barbara Boncompagni con Benedetto Calì, Francesco Gorgoni, Francesca Di Maio, Andrea Masci; a cura di Massimo Righini, con la regia di Giuseppe Bianchi. Un programma molto impegnativo se si pensa che di 370 ore di materiale video, vanno in onda solo 12 ore di trasmissione. “Chapeau”! Come direbbe Philippe Léveillé nella sua lingua natale.

 di MARIA LUISA BONIVENTO