Le etichette certificate bio, frutto di un’attenzione specifica per l’ambiente, raccontano storie di un indissolubile legame con il territorio. I vini che piacciono sempre più sui mercati internazionali sono spesso rappresentati da piccole e piccolissime cantine più conosciute all’estero che nel proprio paese. A Vinitaly, in programma a Verona dal 22 al 25 marzo (www.vinitaly.com), i saloni specializzati Vinitalybio e Vivit saranno accompagnati quest’anno per la prima volta da una collettiva FIVI. Il seminario dal titolo The Good, the Bad and the Ugly of Artisanal Wines, organizzato dalla Vinitaly International Academy, con il contributo di esperti internazionali, definirà cosa sono e come si qualificano considerando i vari aspetti, le varie tipologie di prodotto. Una degustazione di vini italiani ed esteri permetterà di capire il valore dei vini artigianali, in crescita anche dal punto di vista qualitativo.
Il vino biologico in Italia che costituisce l’11% della superficie vitata e una produzione potenziale di 5 milioni di quintali di uva da vino, rappresenta un settore in aumento. Secondo una rilevazione scientifica disponibile realizzata da Servabo, i vini naturali rappresentano l’1,64% della superficie vitata nazionale e lo 0,74% della produzione enologica, quindi una quantità di vino più di 2 volte inferiore rispetto ai vini prodotti con metodo convenzionale.
Vinitalybio tornerà dopo il successo dello scorso anno proponendo in collaborazione con Federbio una rassegna dedicata ai vini certificati. Una settantina le aziende presenti nel padiglione 11 per questa seconda edizione tra cui alcune francesi, per le quali è stato realizzato da Veronafiere un incoming dedicato di buyer da Germania e Belgio, nell’ambito di Biorganic Lifestyle, progetto di informazione e promozione di Federbio finanziato dall’Ue e dall’Italia.
Nello stesso contesto lunedì 23 marzo alle ore 15.00 (Sala Puccini, Centrocongressi Arena) Federbio organizzerà il convegno La revisione della normativa sul vino biologico. Il comparto si confronta. L’incontro avrà lo scopo di avviare un percorso di ampia consultazione tra tutti gli attori del comparto vitivinicolo italiano, al fine di porre le basi per alleanze e sinergie con le organizzazioni di altri Paesi europei in preparazione, a tre anni dall’approvazione del regolamento europeo sulla produzione dei vini biologici, della richiesta di una sua revisione nel quadro della più generale proposta di modifica del regolamento orizzontale sull’agricoltura biologica.
All’interno di Vinitalybio sarà attiva anche quest’anno l’Enoteca bio, che mette in degustazione tutti i vini biologici presenti a Vinitaly, così da coinvolgere anche le aziende espositrici presenti in altri padiglioni che, oltre ai vini prodotti con metodi convenzionali, propongono una linea biologica certificata. Le cantine italiane presenti al prossimo Vinitaly che proporranno vini biologici sono più di 220 a conferma che l’Italia con circa il 17% del totale europeo è leader in Europa per il settore.
Le motivazioni che portano aziende storiche e note a convertirsi al bio o al creare linee dedicate spaziano dall’attenzione per l’ambiente alla volontà di diversificare la loro produzione, al desiderio di sperimentare. Le cantine italiane che hanno fatto questa scelta si trovano in tutte le regioni d’Italia. Si spazia per esempio dalle Tenute Lunelli del gruppo Ferrari (non solo in Trentino) a grandi nomi della Toscana del vino come Badia a Coltibuono, Fontodi, Marchesi de’ Frescobaldi al gruppo Collemassari, dall’Umbria con Lungarotti al Veneto con Allegrini, Speri, Cantina Valpolicella Negrar, dall’Emilia con Cleto Chiarli alla Sicilia con Occhipinti e Graci sull’Etna, alla Basilicata con Cantine del Notaio.
Nel padiglione 12 sarà presente Vivit, la vetrina dei vini artigianali, frutto del lavoro di quei produttori che si riconoscono nell’autenticità di un territorio e nella individualità, viene riproposto per il quarto anno nella sua formula ormai tradizionale e di successo. Saranno oltre 120 le cantine presenti, provenienti oltre che dall’Italia da Gran Bretagna, Francia, Germania, Austria e Slovenia.
Per la prima volta sarà presente a Vinitaly con una maggiore numero una collettiva di 56 aziende vitivinicole aderenti alla FIVI (Federazione italiana vignaioli indipendenti) in uno spazio dedicato nel padiglione 8. La FIVI è un’associazione di aziende vitivinicole (convenzionali, biologiche e biodinamiche) che svolgono al loro interno tutto il ciclo dalla raccolta dell’uva alla commercializzazione del vino prodotto con le proprie uve, con lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e l’autenticità dei vini italiani.
Il seminario di cui accennavamo in apertura The Good, the Bad and the Ugly of Artisanal Wines, organizzato dalla Vinitaly International Academy organizzato dall’International Vinitaly Academy, è in programma il 24 marzo nella Sala Argento del Palaexpo.
Si tratta di un appuntamento che, con rigore scientifico, vuole dare risposte alle domande più frequenti di chi si approccia a questi vini o di chi è scettico: cosa vuole dire essere artigianale nel mondo del vino? Può una grande azienda essere artigianale? O solo coloro che si sporcano le mani in vigna tutti i giorni con piccole produzione possono godere di questa definizione? E i vini non biologici possono essere anch’essi artigianali? Ma poi, cosa vuole dire esattamente vino biologico?
A parlarne grandi esperti del mondo del vino italiano e internazionale: il Master of Wine Pedro Ballesteros Torres, che introdurrà i concetti legali di biologico, biodinamico e altri termini (ad esempio quello che è biologico in Italia non lo è in Usa, e viceversa); Costantino Charrère, proprietario di Les Cretes ed ex presidente Fivi, che illustrerà il lavoro delle piccole aziende che spesso fanno viticoltura eroica; Monty Waldin, della rivista Decanter e autore di oltre dieci libri e video sull’agricoltura biodinamica; Ian D’Agata, responsabile scientifico VIA e Vinitaly International, che analizzerà la biologia e la biochimica di vini naturali; Robert Jospeh, uno dei decani del wine writing mondiale, fondatore di Wine International Magazine e del London International Wine Challenge; Olivier Humbrecht, contitolare della alsaziana Zind Humbrecht, una delle trenta più famose aziende di vino del mondo che sarà presente al Vinitaly per raccontare la sua ventennale esperienza nel mondo del vino artigianale e biologico. I lavori si chiuderanno con una speciale degustazione guidata di otto tra vini italiani ed esteri, di produttori famosissimi in tutto il mondo, dall’italiano Gulfi al francese Leroy. Per partecipare a questo Executive Wine Seminar VIA è necessario iscriversi gratuitamente on-line sul sito di Vinitaly (www.vinitaly.com), nella sezione Degustazioni – Executive Wine Seminars dell’Area Visitatori.
di Giuseppe Arena
Photo Ennevi