Chardonnay Bricco dei Guazzi, espressione piemontese della nota varietà - Sapori News La degustazione di due annate dello Chardonnay Piemonte DOC di Bricco dei Guazzi, cantina a Olivola nel Monferrato, ci ha permesso di conoscere un’altra espressione del vitigno alloctono, diffuso in tutte le regioni italiane a forte caratterizzazione viticola, dalla Calabria al Friuli Venezia GiuliaChardonnay Bricco dei Guazzi, espressione piemontese della nota varietà - Sapori News

La varietà importante protagonista fra quelle a bacca bianca, con un’antica origine, è ottenuta dai pendii assolati della cantina piemontese che fa parte delle Tenute di proprietà di Genagricola.
Nel 2014 L’UNESCO ha riconosciuto ai Paesaggi Vitivinicoli del Monferrato il Valore di Patrimonio Mondiale. Sancisce ufficialmente ciò che, anche in Tenuta, è semplicemente naturale: il legame, armonico, equilibrato ed indissolubile fra il tessuto sociale, i paesaggi e la produzione di vino quale arte autentica e antica della vinificazione che ne ha plasmato le caratteristiche.
E così anche a Olivola, un comune di poco più di cento abitanti, il Paesaggio sembra disegnato dai vignaioli che, delle viti hanno fatto un pennello e delle colline la tela, trasformando queste terre in un quadro, in un’opera d’arte.Chardonnay Bricco dei Guazzi, espressione piemontese della nota varietà - Sapori News

Dai vigneti su un suolo marnoso – calcareo, a 160 – 180 metri di altitudine e un sistema di allevamento a guyot
 si ottengono le uve con una resa media per ettaro.
E’ importante precisare che la terra è bianca e compatta e questo insieme alle precipitazioni scarse, alla pendenza dei terreni contribuisce a far in modo che le viti debbano cercare l’acqua in profondità nel terreno con le radici.
Il sole estivo, colpendo il terreno bianco si riverbera sulle uve e permette una maturazione ottimale ed omogenea dei grappoli, mentre le brezze provenienti dalle Alpi, che costantemente accarezzano questi territori, contribuiscono significativamente a mantenere le uve di Chardonnay sane e ricche degli aromi fruttati che caratterizzeranno questi vini. In seguito i grappoli diraspati vengono sottoposti a spremitura soffice.
La fermentazione alcolica avviene poi in recipienti d’acciaio mantenuti a temperatura controllata. In seguito il vino riposa sui lieviti per almeno 4 mesi prima di essere imbottigliato. La tecnica enologica è discreta e tende a fare emergere il territorio, con l’accurata conduzione agronomica.

Chardonnay Bricco dei Guazzi, espressione piemontese della nota varietà - Sapori News

Il colore è giallo paglierino di media intensità e brillantezza, con profumi olfattivi intensi, in cui le note fruttate, tipiche del vitigno, emergono sulle altre di toni minerali discreti e di spezie dolci dove è poco percepibile ma presente, la vaniglia.
Al palato è secco e corposo,dimostra una grande struttura per un bianco e si caratterizza per la suadente morbidezza tipica dello chardonnay. Le annate degustate sono la 2016, più calda, dove si percepiscono maggiormente le note di frutta esotica tra cui la banana, il vino ha un maggior corpo, struttura e alcolicità.
L’altro millesimo 2017, con un andamento climatico leggermente più fresco, ha nei sentori la mela renetta e note agrumate che emergono sugli altri profumi. In bocca è evidente la nota sapida nell’assaggio equilibrato.

Una degustazione interessante dove la vinificazione attenta ha esaltato le caratteristiche della varietà che più di ogni altra sa adattarsi alle caratteristiche del contesto dove cresce la vigna.

di Giovanna Moldenhauer

www.briccodeiguazzi.it