Quanto consumiamo per cucinare? Pensiamo a tutte le volte che accendiamo il gas, il forno o usiamo la piastra elettrica per cuocere singoli pasti, magari mono-porzione, durante la settimana.

Quante volte buttiamo i cibi scaduti o gli avanzi dei pasti? Secondo Coldiretti, lo sperpero alimentare ammonta a circa il 30% del cibo acquistato che, in termini economici, per una famiglia italiana, significa una perdita di circa 1.700 euro l’anno*. E che dire delle emissioni di anidride carbonica, dell’impatto ambientale e dell’acqua che la produzione di quegli alimenti ha comportato? Secondo le stime della Fao, nel 2010, in Italia, si sono persi in questo modo 12 miliardi di metri cubi di acqua virtuale (contenuta nei prodotti), equivalente a circa un decimo di quella dell’Adriatico.

Cifre da capogiro, che pongono una domanda fondamentale: è possibile ridurre l’impatto ambientale della cucina domestica? Per FoodSaver, marchio di riferimento nei sistemi di confezionamento sottovuoto, la risposta è: sì! Il sottovuoto, infatti, lungi dall’essere un semplice metodo di conservazione, è un ottimo alleato dell’ecocucina, o cucina a impatto (quasi) zero.

Riduzione del consumo di gas ed energia per cucinare

Il sottovuoto, preservando la freschezza e le proprietà organolettiche di cibi e liquidi fino a cinque volte più a lungo rispetto ai metodi di conservazione tradizionale, consente di cucinare grandi quantità di cibo, da dividere in pratiche monoporzioni all’interno dei sacchetti e dei contenitori per il sottovuoto, e conservale in dispensa, nel frigorifero o nel freezer per consumarle in un secondo momento, anche mesi o anni dopo la preparazione.

Inoltre, sigillando le porzioni dei cibi nei sacchetti per il sottovuoto, insieme a qualche spezia e aroma, è possibile cuocere più alimenti nella stessa pentola, riducendo quindi il consumo di gas ed energia.

Il sottovuoto, inoltre, è ideale per la cosiddetta cucina in lavastoviglie, una moderna tecnica di cucina, particolarmente eco-friendly, che sta riscuotendo molto successo nel nostro Paese

Riduzione degli sprechi alimentari

La data di scadenza non è più un problema. Il sottovuoto, attraverso la rimozione dell’aria presente nel contenitore o nel sacchetto, riduce l’ossidazione che deteriora il valore nutrizionale, il sapore e la qualità complessiva degli alimenti. Il cibo rimane, dunque, fresco nel congelatore per mesi, persino anni, senza subire alterazioni. Il formaggio rimane fresco in frigorifero per mesi e la frutta e la verdura rimangono fresche per settimane. I cibi secchi e le merendine non diventano stantii e non perdono il loro sapore, una volta confezionati sottovuoto e riposti nella dispensa.

La rimozione dell’aria può anche inibire la crescita di microrganismi, quali muffe e batteri. Per questo motivo, il sottovuoto è un’alternativa di livello superiore ai tradizionali metodi per la conservazione degli alimenti e può rappresentare la chiave della cucina antispreco.

Acquisti di quantità

Poiché cibi e liquidi mantengono inalterate le proprietà organolettiche e la freschezza molto più a lungo grazie al sottovuoto, è possibile acquistare le cosiddette “Confezioni famiglia” o approfittare di sconti e promozioni per fare acquisti di quantità. In questo modo, famiglie e single possono beneficiare di una riduzione del prezzo unitario, non sono costretti a dover fare la spesa ogni giorno (potendo quindi dedicare più tempo a loro stessi e alle persone cui vogliono bene), e sono in grado di ridurre attivamente la produzione di rifiuti da imballaggi, il cui smaltimento rappresenta oggi uno dei principali problemi delle economie sviluppate.

* La spesa alimentare annuale ammonta a circa 5.640€. Fonte: elaborazione centro studi FIPE, sui dati ISTAT – pag. 7 del rapporto “La crisi nel piatto: come cambiano i consumi degli italiani”