L’Italia del Gusto ha organizzato un piacevole incontro presso l’Osteria del Treno, l’originale, a Milano per presentare il Metodo classico extra brut La Perla e lo spumante rosato, sempre metodo classico, di Carta bianca
La cantina La Perla nata nel 2009 per volontà di Marco Triacca a Valgella Tresenda di Teglio, rappresenta uno dei cuori della famosa costa terrazzata coltivata a vigneto della Valtellina. In quell’anno la produzione vinicola prende il via, partendo con 1,5 ettari di vigna, tutti coltivati a varietà Nebbiolo.
Da allora la potenzialità produttiva è stata raddoppiata, raggiungendo 3,3 ettari di vigna, aggiungendo anche la Pignola valtellinese, una varietà autoctona a bacca rossa, vinificata in bianco per la produzione dello spumante. La Perla è stata la prima cantina in Valtellina ad avere adottato, fin dai primi anni ’80, la sistemazione dei filari a girapoggio, che permette unaparziale meccanizzazionedelle varie fasi colturali del vigneto stesso, con significativi vantaggi gestionali.
Questa soluzione permette di sviluppare un unico ed esclusivo sistema di allevamento della vite che consente di esporre al sole la massima superficie fogliare della pianta, con conseguente miglioramento qualitativo dell’uva per una maturazione ottimale dei grappoli.
A questa soluzione tecnica affiancano oggi un’altra soluzione innovativa, con il graduale impianto in vigna dei “nuovi pali a chiave di musica”, per adattare maggiormente il sistema d’allevamento alle esigenze qualitative e paesaggistiche del territorio terrazzato.
Il vino ottenuto con una vinificazione attenta e innovativa, dato una iperossidazione nelle fasi iniziali per garantire più longevità al vino, una fermentazione malolattica dato che la Pignola valtellinese è una varietà a bacca nera, l’uso del freddo in diverse fasi della vinificazione, affina sui lieviti 24 mesi. Tra 2 anni avrà in etichetta la dicitura di Spumanti Alpi Retiche per il nuovo disciplinare dell’agosto 2017 e potrà quindi fregiarsi della scritta Alpi Retiche Spumante Metodo classico IGT.
Nel calice il vino era di un colore paglierino brillante, con un perlage sottile e continuo. La degustazione olfattiva esordiva con profumi di crosta di pane per poi avere sentori di fiori bianchi, di frutta bianca e note agrumate. L’assaggio era fresco, con buona sapidità e nel finale un retrogusto agrumato.
Il Metodo classico extra brut La Perla, dalla bella bevibilità, si abbina bene a primi piatti di una certa complessità e succulenza come quello servito con ragù di cervo dal titolare dell’Osteria del Treno.
In questa occasione L’Italia del Gusto ha proposto anche l’assaggio di un altro Metodo classico rosato della cantina romagnola Carta Bianca sita a località Tebano di Faenza, ottenuto da uve Sangiovese per il 70%, Montepulciano 20% e Chardonnay al 10%. La cantina vinifica le uve ottenute da 67 ettari di vigneti. Affinato sui lieviti per 18 mesi era molto piacevole nei profumi e aveva una beva equilibrata, di buona persistenza.
Entrambi i vini erano ottenuti dalla spumantizzazione metodo classico di uve per lo più a bacca nera, da produttori di nicchia che creano, per passione, vini inaspettati.
di Giovanna Moldenhauer