Pan Bianch: il panettone di Pinerolo festeggia 100 anni - Sapori News Pan Bianch firma il panettone basso di Pinerolo, che quest’anno festeggia 100 anni.

Per celebrare questo importante traguardo, lo ripropone nella sua ricetta originale firmato da Sergio Ferrua, nipote di quel Pietro che lo inventò.

Panettoni in Vetrina 2021

Il Panettone Pan Bianch debutta ufficialmente in società sabato 27 novembre, in occasione della 16° edizione di “Panettoni in Vetrina” che fino a domenica 28 novembre riunisce a Pinerolo grandi nomi del panettone artigianale provenienti dal Piemonte e da altre regioni d’Italia.

Il Panettone Pan Bianch by Sergio Ferrua il classico in 4 versioni

Sergio Ferrua, dal 2021 contitolare con Davide Di Filippantonio di Pan Bianch, lo propone nella ricetta originale in quattro varianti, tutte nel rispetto della tradizione e lavorazione artigianale ereditata da nonno Pietro.
Il classico piemontese, basso, con la granella di zucchero, uvetta e canditi affine alla ricetta di 100 anni fa, solo leggermente modificata per essere più in linea con i gusti attuali, dal sapore equilibrato, dalla consistenza morbida e dalla giusta umidità.
Buonissime e golose anche le nuove proposte: fragoline di bosco e cioccolato bianco, gocce di cioccolato, mela candita e uvetta.
Disponibili nelle pezzature da 500 e 750 gr. Mentre da kg 1 solo su ordinazione.

Nei lievitati Pan Bianch, così come in tutti i prodotti del laboratorio, sono utilizzati soltanto prodotti attentamente selezionati e di prima qualità e senza conservanti, aromi o coloranti alimentari artificiali.

Il panettone basso, una storia di famiglia

Tra fine ‘800 ed i primi del ‘900, monsù Pietro Ferrua si trasferisce da Dogliani (CN) a Pinerolo dove apre una panetteria. E’ un semplice artigiano, ma la sua radicata inventiva lo porta presto a mostrare spiccate doti imprenditoriali.
Al termine della Grande Guerra, per ovviare ai lunghi anni di limitazioni causati dal conflitto, inizia a elaborare una novità in grado di gratificare i palati dei suoi clienti. Un prodotto diverso che mette a punto dopo svariati tentativi ed anni di prove nel suo forno di via del Duomo.
E’ il 1920 l’anno in cui arriva a realizzare il panettone basso e con la glassa fatta di nocciole. Una variante tutta piemontese del più noto panettone lombardo, diffuso già nel 1600.
Entrato regolarmente in produzione nel 1921 sono gli stessi clienti, deliziati da tanta semplice bontà, e suggerire a Pietro Ferrua il nome secondo una tipica espressione piemontese che significa “goloso”.
Una prelibatezza che l’anno successivo iniziò a conquistare i palati, non solo dei piemontesi, con il nome di Panettone Galup.

Mani in pasta: Sergio Ferrua e Davide Filippantonio

Nel 2020, in piena pandemia, Sergio Ferrua ha deciso di “rimettere le mani in pasta” e di affiancare Davide Di Filippantonio, già titolare di Pan Bianch, per avviare insieme nuovi progetti che nel gennaio 2021 hanno portato all’apertura di un nuovo punto vendita nel centro Pinerolo, sotto i portici di Via del Duomo, a pochi passi da dove nonno Ferrua sfornò quel panettone destinato a diventare emblema di Pinerolo e di tutto il Piemonte, ancor oggi apprezzato anche fuori dai confini nazionali.

Come nascono i panettoni Pan Bianch by Sergio Ferrua

La base dei panettoni è uguale per tutte le proposte. Una miscela di materie prime selezionate accuratamente: le farine utilizzate provenienti dai migliori grani in commercio, il burro impiegato è ottenuto da panne di primissima scelta e, con termini arcaici, zangolate per ottenere un burro di alta qualità; lo zucchero è italiano, esclusivamente di barbabietola, proveniente da coltivazioni integrate tra Emilia Romagna e Veneto; i tuorli d’uovo ottenuti da uova di galline allevate a terra.

Una dolce alchimia a cui si aggiungono miele di acacia; la pasta di arancia e di limone ottenuta dalla macinazione dei canditi prodotti secondo le tecniche di una volta e realizzate dall’Agrimontana, azienda cuneese attenta a non utilizzare coloranti, conservanti e aromi che non siano totalmente di origine naturale.

L’Uvetta sultanina proviene invece dall’Australia in quanto, rispetto alla produzione turca, garantisce assenza di anidride solforosa e una qualità organolettica superiore.

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