Il primo Farmer Market capitolino vive in Torre Spaccata - Sapori News Una nuova realtà ecosostenibile al Parco commerciale capitolino sta conquistando consumatori ed esperti del settore.

La Giornata mondiale dell’Alimentazione del 2020 ha posto l’attenzione sul consumo e la produzione di cibo sostenibile. “Le nostre azioni sono il futuro” era il claim, un invito ad acquisti responsabili, che tengano in considerazione le peculiarità dei territori e la protezione delle specie. 

È proprio in quest’ottica che si inserisce il Primo Farmer Market di Roma, uno spazio d’incontro fra consumatori, agricoltori e produttori artigianali. “Orto, cucina, dispensa”, questo è il suo nome, ha un ventaglio ampio di prodotti: una diversificata scelta di verdure, frutta, pane, latticini, uova, gastronomia d’asporto ed erbe aromatiche. 

I farmer market sono arrivati recentemente in Italia, solo nel 2007

L’idea proviene dall’America, dove negli anni 2000, si sono affermati per permettere agli imprenditori agricoli una vendita diretta. Ma nella Penisola erano conosciuti anche come mercati rionali, che si tenevano in alcuni giorni della settimana, e coinvolgevano non solo gli agricoltori, ma anche allevatori e pescatori. 

Un punto di incontro organizzato con la natura al servizio del buon gusto ma anche della salute e della tradizione locale, con il celeberrimo broccolo romanesco fra i rimedi per il colon irritabile che colpisce un italiano su tre, i carciofi fondamentali per l’attività del fegato e la cicoria per l’attività biliare e disintossicante. Si potrebbe quasi parlare di farmacia a cielo aperto.

Il Farmer Market romano è stato creato dalla famiglia Bellisari, che possiede un’azienda agricola nell’Agropontino dal 1959. I produttori che lo affollano, provenienti tutti dai Castelli Romani e dal Lazio, hanno superato una selezione prima di essere inseriti. 

Inoltre, il mercato capitolino ha sposato appieno il concetto di sostenibilità, eliminando tutta la plastica dagli stand e sostituendoli con scaffali costruiti in legno e ceste di vimini. Quest’esperienza ha già attirato la curiosità della casa editrice Il Gambero Rosso, per la sua caratteristica di esempio virtuoso che sposa gli impegni europei in tema di sostenibilità ambientale e riduzione degli sprechi alimentari. 

Negli USA i Farmer’s Market hanno avuto un incremento annuo superiore al 12%, ma hanno caratteristiche diverse a seconda degli Stati in cui si trovano, in base alle leggi federali del territorio. Alcuni sono gestiti da organizzazioni no profit, altri dallo Stato, altri sono negozi di frutta e verdura che hanno affissa la scritta “Farmer Market”. 

Anche in Italia, sono differenziati a seconda dei territori. A Courmayeur si trova “Lo Matsòn”, il più importante mercato agricolo di montagna, con 70 produttori provenienti da tutta la Valle D’Aosta. A Bologna, c’è il “Mercato della terra”, con 40 produttori dei territori dell’Emilia. A Milano, spicca la “Cascina Cuccagna”, spazio polifunzionale in cui si trova anche una ciclo officina, una foresteria per passare la notte, bar e ristorante, oltre al mercato agricolo attivo esclusivamente il martedì.

Ogni città declina il suo Farmer Market del territorio: a Roma, si chiama “Orto, Cucina, Dispensa”, ed è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 20.