L’entrata in vigore del Nuovo Codice della Strada ha scatenato un effetto collaterale inaspettato: il drastico calo del consumo di vino: la paura delle sanzioni sta penalizzando un settore fondamentale per l’economia e la cultura italiana. Il vino non è solo un prodotto, è storia, tradizione, lavoro e passione, ma questa stretta normativa rischia di metterne in crisi l’intera filiera. 

Sono passati solo due mesi dall’entrata in vigore del Nuovo Codice della Strada (14 dicembre 2024) e i timori iniziali si sono trasformati in una triste realtà: il consumo di vino è crollato! Eppure, bere non significa abusare.

Sta forse emergendo una tendenza all’astinenza? Ci siamo improvvisamente scoperti tutti salutisti?

No, affatto! È arrivata la paura. La paura delle sanzioni, che trasforma quel semplice bicchiere di vino, un tempo piacere, in un rischio. Non stiamo parlando di irresponsabilità alla guida, né di eccessi incontrollati, ma di una normativa che penalizza oltre misura. Se l’intento era colpire uno dei pochi settori trainanti del nostro Paese, l’obiettivo è stato centrato. “Ci adeguiamo all’Europa”, dicono, ma l’Italia non è il Nord Europa: l’Italia è vino, cultura, tradizione! Un patrimonio di migliaia di ettari vitati che proteggono il paesaggio, migliaia di famiglie che investono, lavorano, producono reddito e ricchezza.

L’importanza della filiera vitivinicola

E il turismo? Quello tanto promosso e decantato? L’intera filiera vitivinicola contribuisce al PIL, all’export, al benessere, creando opportunità per le nuove generazioni.

Vogliamo parlare di sicurezza? Parliamo allora di furti, rapine, criminalità, spaccio, quartieri in mano alla delinquenza, metropolitane insicure. Della paura di camminare per strada o di trovarsi la casa occupata. No, scusate, la vera emergenza è il bicchiere di vino.

Esistono forse nuovi codici per affrontare tutto questo? Solo per sapere, perché siamo certi che ci state lavorando con grande impegno…

Sia chiaro, siamo favorevoli alla sicurezza stradale. Ma equiparare un bicchiere di vino a sostanze ben più pericolose, o ignorare che le auto ad alte prestazioni sono legalmente prodotte e vendute, appare quanto meno discutibile.

Vino senza alcol?

“Potreste produrre vino senza alcol”, ci dicono. Certo, peccato che in Italia la normativa in materia sia quasi inesistente, mentre in altri Paesi europei è già regolamentata. E se invece di dealcolizzare il vino si iniziassero a “destipendializzare” i politici? Non sarebbe più utile? Forse sì, anche per i veri astemi!

Paura, ecco il vero problema. Paura di sedersi a tavola con gli amici e godersi un calice, paura di un aperitivo, paura di essere improvvisamente etichettati. Il mondo enologico italiano è stato colpito e i primi segnali sono evidenti. Serve subito un confronto serio e costruttivo, che analizzi tutti gli aspetti della questione.

Sì alla sicurezza stradale, ma anche rispetto per chi lavora, altrimenti presto le cantine seguiranno il destino di molte altre imprese: la crisi.

E per concludere questo sfogo, una previsione sulle prossime vendemmie: la qualità sarà ottima, l’abbondanza garantita… ma le uve resteranno sui filari.

Parliamone, confrontiamoci, facciamo squadra. Senza paura, ma con piacere: il piacere di un buon bicchiere di vino italiano!

ASSOCIAZIONE VINAIOLI DEL CASTELLINALDO
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