In tempi di vacanze e prospettive di viaggio, ci si interroga sul costo della vita delle città che si vorrebbero visitare. Si dice che i fattori che aiutino nel comprendere se una città sia costosa o meno siano i prezzi dei beni di consumo, quali pane, pasta, carne e anche, ebbene sì, birra.

A tal proposito GoEuro ha stilato una classifica dei prezzi delle birre in giro per il mondo. Lo studio è stato condotto sulla base del valore medio di una birra da 33 cl in riferimento a 40 città, e i dati emersi sono significativi. Da quanto rilevato Varsavia primeggia tra le città in cui il costo della bevanda risulta essere il più basso (soli 0.79 centesimi), mentre ad Oslo la bionda giunge a costare ben 3.55 euro. Significativa anche la differenza di prezzo tra due delle città più cool del momento: il costo di una bionda a Berlino è di 0.82 centesimi, mentre a Londra occorre spendere ben 2.13 euro.

Gli studi dimostrano come il  prezzo di una birra diminuisca anche in relazione al numero di birrifici presenti sul territorio. Risulta ovvio pertanto come in Germania e nei paesi dell’Est, noti per la produzione di birra e per la cospicua presenza delle loro case di produzione, il costo della bevanda sia di gran lunga il più basso. Anche l’Italia vanta la presenza di importanti birrifici – Heineken, Forst, Dreher, Moretti per citarne alcuni- che operano sul territorio italiano sin dal secolo scorso. Negli ultimi anni è incrementata la nascita di birrifici artigianali, piccole case di produzione di eccellenza in cui il rapporto qualità-prezzo è una garanzia. Come nel caso del marchio Baladin, fondato nel 1996 da Teo Musso in Piemonte. Noto per l’originalità delle sue birre, data dall’utilizzo di un luppolo italiano proveniente da una coltura sperimentale che permette di creare gusti e aromi unici, pensati per accompagnare pietanze senza coprirne il sapore. Caratteristica che ha indotto il suo ideatore ad abbracciare come nuovo canale di distribuzione la ristorazione, stringendo una collaborazione con Eataly.

Altro birrificio di rilievo in Italia con sede a Milano è il Brewfist, le cui birre seguono il modello tedesco o inglese e vengono prodotte con luppoli  inglesi, tedeschi e neozelandesi. Selezione delle materie prime e prodotti d’autore si confermano come segno distintivo del Made in Italy, ragion per cui gli italiani continuano ad essere tra i maggiori esportatori di birra al mondo.