Per la loro prima uscita pubblica di presentazione dell’associazione, le Donne della Vite hanno scelto uno spettacolo che parla di vite e vino ironicamente,”Eyes Wine Shot”, e un luogo speciale come la galleria delle barrique di Castello di Monsanto grazie all’accoglienza di Laura Bianchi

Per il loro debutto in pubblico le Donne della Vite hanno scelto uno spettacolo a metà tra la didattica e la satira e un luogo ‘incantato’ come la galleria delle barrique che si snoda sotto il Castello di Monsanto, l’azienda di Laura Bianchi a Barberino Val D’Elsa (Firenze) che ha ospitato l’evento (www.castellodimonsanto.it).

“Abbiamo voluto cominciare in leggerezza – ha esordito Valeria Fasoli, presentando l’associazione di cui è presidente, che ha come denominatore comune la vite e tutto ciò che gira intorno ad essa – con uno spettacolo che racconta il mondo del vino in modo ironico, come noi guardiamo in modo diverso e ‘trasversale’ al nostro ambito professionale facendo riferimento ai valori di Etica, Estetica e Bellezza”.

“Ho voluto ospitare le Donne della Vite e questa prima loro attività – ha detto Laura Bianchi, che custodisce l’identità dei vini dell’azienda nel cuore del Chianti Classico facendo tesoro delle tradizioni di famiglia e degli insegnamenti di chi a Monsanto ha trascorso una vita nelle vigne – perché condivido lo spirito e i principi che animano l’Associazione e sono felice che queste gallerie, che rappresentano la tenacia delle persone che le hanno costruite, facciano da palcoscenico alla loro prima uscita pubblica”.

“Eyes Wine Shot”, lo spettacolo di e con Giuseppe Gandini e Gianantonio Martinoni, fin dal titolo – che fa il verso all’ultimo film Eyes wide shut di Stanley Kubrick – è teso a dissacrare la comunicazione del mondo della vite e del vino che si prende troppo sul serio e ha costruito dei rituali e un vocabolario che hanno il pessimo risultato di tenere a distanza i neofiti che vogliono avvicinarsi al nettare di Bacco.

Lo spettacolo, sold out in pochi giorni dall’apertura della prevendita, è giocato sul dualismo, così come il film tratto dal romanzo “Doppio sogno” di Arthur Schnitzler e alterna pillole didattiche di viticoltura ed enologia con momenti di cabaret esilarante che vanno oltre e più in profondità rispetto al già visto in alcune gag televisive degli anni scorsi. E l’ironia dei due attori non risparmia l’imponderabilità degli elementi naturali che fanno grande oppure no un territorio del vino a seconda, per esempio, dell’annata o del produttore.

E a giudicare da risate e applausi il pubblico intervenuto si è divertito molto.

“Con questo appuntamento – ha sottolineato Clementina Palese, vicepresidente delle Donne della Vite – abbiamo cominciato a costruire la ‘rete culturale’ di incontro e crescita nella quale condividere momenti di divertimento come informazioni professionali.

Il prossimo appuntamento è l’11 marzo per la prima visita tecnica dedicata alla sostenibilità in viticoltura. Andremo a visitare e a condividere le esperienze di due aziende, Salcheto e Avignonesi, entrambe impegnate su questo fronte nell’area di produzione del Nobile di Montepulciano. Ancora in Toscana dunque, mentre le prossime attività programmate (vedi Attività & Eventi sul sito) ci porteranno in Trentino-Alto Adige, Lombardia e Puglia”.