Il caffè è la bevanda più amata dagli italiani, ma anche una delle più complesse e affascinanti. Ma come si fa a riconoscere un caffè di qualità? Quali sono le principali varietà di caffè e la differenza tra arabica e robusta? Come si legge un’etichetta del caffè? E come si sceglie la macchina da caffè più adatta alle proprie esigenze? In questa guida completa, cercheremo di rispondere a queste e altre domande, per aiutarvi a preparare e bere un buon caffè.
Arabica e Robusta: le due varietà di caffè
La prima cosa da sapere è che esistono diverse specie di coffea – la pianta del caffè – ma solo due sono le più coltivate e commercializzate: l’arabica e la robusta. Queste due varietà si distinguono per diversi aspetti, tra cui la forma dei chicchi, il contenuto di caffeina, il gusto e il prezzo. Vediamole nel dettaglio.
La varietà arabica, intensa e profumata
L’arabica è la varietà più pregiata e diffusa di caffè, rappresentando circa il 70% della produzione mondiale. I suoi chicchi sono allungati, ovali e hanno un solco sinuoso. L’arabica ha origine in Etiopia e predilige i climi temperati e le altitudini elevate (tra 900 e 2200 metri sul livello del mare). È una pianta delicata, sensibile alle malattie e alle variazioni climatiche, e richiede una cura attenta. La tostatura dell’arabica avviene a temperature più basse rispetto alla robusta.
Dal punto di vista organolettico, l’arabica ha un aroma intenso e profumato, con note floreali, fruttate, speziate o cioccolatose. Il gusto è delicato, morbido e dolce, con una leggera acidità che conferisce freschezza. L’arabica ha un contenuto di caffeina inferiore alla robusta (tra lo 0,8% e il 1,5%), ma anche una maggiore complessità e varietà di sapori. L’arabica è la varietà preferita dagli appassionati di caffè e dai baristi professionisti.
La varietà Robusta, dal gusto forte ed amaro
La robusta è la seconda varietà più prodotta al mondo, coprendo circa il 28% del mercato. I suoi chicchi sono rotondi, piccoli e hanno un solco dritto. La robusta ha origine in Africa centrale e occidentale e si adatta bene ai climi caldi e umidi e alle altitudini basse (tra 200 e 800 metri sul livello del mare). È una pianta resistente, che tollera bene i parassiti e gli sbalzi termici. La tostatura della robusta avviene a temperature più alte rispetto all’arabica.
Dal punto di vista organolettico, la robusta ha un aroma meno intenso e meno gradevole dell’arabica, con note terrose, legnose o gommose. Il gusto è forte, amaro e asciutto, con una consistenza sciropposa. La robusta ha un contenuto di caffeina superiore all’arabica (tra il 1,7% e il 3,5%), ma anche una minore qualità e raffinatezza. La robusta è la varietà usata per abbassare i costi delle miscele o per aumentare la crema del caffè espresso.
Come riconoscere un caffè di qualità: consigli utili
Per scegliere un caffè di qualità, non basta affidarsi alla varietà o alla provenienza dei chicchi: bisogna infatti anche considerare altri fattori che influenzano il risultato finale in tazzina, come la lavorazione dei chicchi dopo la raccolta (lavaggio o essiccazione), la selezione dei chicchi migliori (per colore, dimensione o difetti), la tostatura (temperatura, tempo e metodo), la macinatura (grado di finezza e freschezza) e la conservazione (in confezioni ermetiche e al riparo dalla luce e dall’umidità).
Per orientarsi tra le tante offerte e scegliere un buon caffè, è utile leggere con attenzione l’etichetta del prodotto, che deve fornire alcune informazioni essenziali, come:
- La percentuale di arabica e robusta presente nella miscela. In generale, più alta è la percentuale di arabica, più alta è la qualità del caffè. Tuttavia, esistono anche miscele bilanciate che sfruttano le caratteristiche complementari delle due varietà.
- La data di scadenza e di tostatura del caffè. Il caffè è un prodotto deperibile che perde le sue proprietà organolettiche con il tempo. Per questo, è importante consumarlo entro la data di scadenza indicata sulla confezione, che solitamente è di 24 mesi dalla tostatura. Meglio ancora, se l’etichetta riporta anche la data di tostatura, che permette di valutare la freschezza del caffè. In generale, si consiglia di consumare il caffè entro 6 mesi dalla tostatura.
- La provenienza geografica dei chicchi. Il caffè è un prodotto che risente molto delle condizioni ambientali in cui viene coltivato, come il clima, il terreno, l’altitudine e la latitudine. Per questo, la provenienza geografica dei chicchi può dare un’indicazione sulle caratteristiche organolettiche del caffè. Ad esempio, i caffè africani tendono ad avere note floreali e fruttate, quelli asiatici note terrose e speziate, quelli sudamericani note dolci e cioccolatose.
- La certificazione di qualità o di origine del caffè. Alcuni produttori di caffè si sottopongono a dei controlli da parte di enti indipendenti che attestano la qualità o l’origine del caffè. Queste certificazioni possono essere riconosciute da dei marchi o da delle sigle riportate sull’etichetta. Ad esempio, il marchio CSC (Caffè Speciali Certificati) garantisce che il caffè sia stato coltivato, lavorato e tostato secondo dei criteri rigorosi che ne preservano le qualità organolettiche. La sigla DOP (Denominazione di Origine Protetta) indica che il caffè proviene da una zona geografica ben definita e che ha delle caratteristiche tipiche legate al territorio.
Scegliere la preparazione giusta: moka, capsule o espresso?
Un altro elemento fondamentale per ottenere un buon caffè è la macchina da caffè, ovvero lo strumento che permette di estrarre il caffè dalla polvere dei chicchi macinati.
La moka
La moka è la macchina da caffè più diffusa nelle case degli italiani. Si tratta di un dispositivo semplice ed economico, composto da tre parti: una base dove si mette l’acqua, un filtro dove si mette il caffè macinato e una caraffa dove si raccoglie il caffè estratto. Il funzionamento della moka si basa sulla pressione del vapore che spinge l’acqua attraverso il filtro con il caffè fino alla caraffa. La moka richiede una certa manualità per dosare correttamente l’acqua e il caffè e per controllare la fiamma o la piastra di cottura. Il risultato è un buon caffè denso e corposo, ma non molto cremoso.
La macchina a capsule o a cialde
La macchina a capsule o a cialde è una macchina da caffè moderna e pratica, che utilizza delle monoporzioni di caffè già macinato e confezionato in capsule o cialde monouso. Il funzionamento della macchina a capsule o a cialde si basa sulla pressione dell’acqua che viene iniettata nella capsula o nella cialda, dove il caffè viene forato e filtrato. Per preparare un caffè con questo metodo è necessaria una manualità minima, in quanto basta inserire la capsula o la cialda nella macchina e premere un pulsante ed il risultato è un caffè veloce e pulito, con una buona crema, ma dipendente dalla qualità della capsula o della cialda e dal tipo di macchina, ed inoltre ha il vantaggio di offrire una vasta scelta di miscele e aromi, ma ha lo svantaggio di produrre dei rifiuti difficili da smaltire e di avere un costo maggiore per ogni caffè.
La macchina espresso
La macchina espresso è la macchina da caffè più professionale e sofisticata, che riproduce il sistema usato nei bar. Si tratta di un dispositivo complesso ed elegante, che utilizza una pompa per creare una pressione elevata (tra 9 e 15 bar) che spinge l’acqua calda attraverso il caffè macinato, contenuto in un filtro metallico chiamato portafiltro. Questa metodologia di preparazione richiede una certa esperienza e abilità per regolare correttamente la macinatura del caffè, la pressatura del caffè nel portafiltro, la temperatura e la pressione dell’acqua e il tempo di estrazione. Il risultato è un buon caffè intenso e aromatico, con una crema spessa e persistente.
La macchina espresso ha il vantaggio di offrire la massima personalizzazione del caffè, ma ha lo svantaggio di richiedere una manutenzione accurata e di avere un costo elevato. Inoltre, la macchina espresso può essere dotata di altri accessori, come il braccio vapore per montare il latte o il macinacaffè integrato per avere il caffè sempre fresco.