Il mercato del food delivery si è espanso maggiormente, semplificando tutte le operazioni.
Li vediamo correre da una parte all’altra delle nostre città, i rider del food, li abbiamo seguiti mentre battagliavano con scioperi in piazza per ottenere il riconoscimento dei loro diritti, loro sono stati i protagonisti del 2020 perché il loro lavoro è diventato essenziale in un Paese chiuso dentro casa.
Il digital food delivery nel 2020 ha rappresentato il 20% – 25% dell’intero settore del domicilio – secondo l’Osservatorio di Just Eat, catena principale di delivery in Italia -, con una crescita della digitalizzazione nei ristoranti pari al 30%.
Le generazioni che più utilizzano il servizio di food delivery sono i Millenials e la Generazione Z, con il 55% delle ordinazioni totali, e fra di loro, gli uomini più che le donne utilizzano il servizio (52% contro il 48%).
Questo settore del valore di 700 – 800 milioni di euro, raggiungerà 1 miliardo nel 2021; per questo sempre più ristoranti stanno entrando nella catena del food delivery. Massimiliano Alajmo, chef con tre stelle Michelin, che ha aperto ristoranti a Venezia (Quadri), Parigi (Caffè Stern), Milano (Amor) e Cortina (Hostaria), ha deciso anche lui di entrare nel mondo del delivery, utilizzando la startup italiana Mymenu. Nessuno sfugge ormai al fascino dei pasti a domicilio.
Il delivery ha cambiato anche il rapporto con la tecnologia degli italiani. Infatti, secondo una ricerca di Bankitalia, l’85,9% predilige fare la spesa in contanti, 8 persone su 10; ma con il boom del delivery è cambiato: nell’ultimo anno si è registrato +36% di pagamenti digitali. I pasti a domicilio gli italiani li pagano con la carta per il 70% di loro. Un salto in avanti in un Paese che ha ancora grandi difficoltà ad entrare nel mondo del digital.
Un’altra grande novità che questo servizio ha introdotto è l’uso di smart speaker per compiere ordini di cibo senza digitare nulla. E non solo, Barilla, sempre percettiva ai cambiamenti in corso, ha creato una skill per i dispositivi Amazon Echo, che aiuta a cucinare ricette con l’aiuto di Alexa.
Non solo istruzioni vocali, ma anche dialoghi con lo chef di riferimento, e il calcolo delle dosi in base ai dati forniti dagli utenti. La smart home fa un salto in avanti ed entra direttamente nelle cucine italiane con degli chef stellati, infatti le ricette Barilla saranno di: Davide Oldani, Pietro Leemann, Lorenzo Cogo e Viviana Varese.
Nel 2019, si registrava già un aumento dell’utilizzo della tecnologia vocale, con un +25% (dati Rebeco Trends), e una propensione all’acquisto nel lontano 2018, già positiva per il 75% degli italiani. Nel 2020 si calcola che ci siano ben 320 milioni di smart speaker nel mondo, secondo gli analisti di Canalys.
Numeri vertiginosi che fanno ben capire la portata di tale mercato e quanto sia prioritario per il settore food entrarci dentro e segmentare la propria offerta per questa tecnologia. Quella di Barilla, non sarà l’ultima skill sul mercato.