Otto Pizza porta a Milano un pezzo di tradizione campana ancora poco conosciuta: il panuozzo di Gragnano e la pizza nel ruoto. due specialità che raccontano storie di famiglia, di forni accesi nei piccoli borghi e di sapori genuini che uniscono convivialità e memoria.

Panuozzo di Gragnano e pizza nel ruoto: un viaggio nei sapori campani

Otto Pizza porta a Milano il vero panuozzo di Gragnano - Sapori News

Quando si parla di cucina campana, la mente corre subito alla pizza napoletana, alla mozzarella di bufala o alla pastiera. ma questa terra straordinaria custodisce tesori gastronomici meno noti, pronti a conquistare i palati più curiosi. a Milano, nel vivace corso San Gottardo, a pochi passi dai navigli, Otto Pizza ha deciso di raccontarli attraverso un progetto che unisce passione, ricerca e tradizione.

Protagonisti assoluti sono il panuozzo di gragnano, un panino extralarge cotto al forno e farcito con ingredienti tipici, e la pizza nel ruoto, antica preparazione casalinga che nasce dal riutilizzo dell’impasto del pane. due ricette che parlano di convivialità e che oggi trovano nuova vita grazie all’impegno di Luigi “Gino” De Pari e della moglie Giusy.

L’importanza degli ingredienti: grani antichi e lievito madre

Il segreto del successo di otto pizza parte da lontano, dal cuore delle campagne campane. l’impasto, infatti, viene preparato con grano tenero antico risciola e germe di grano vitale, entrambi macinati a pietra. un ritorno alle origini che garantisce digeribilità e un bouquet aromatico inconfondibile.

“Utilizziamo il lievito madre con grani antichi italiani – racconta Gino – perché vogliamo offrire un prodotto non solo buono ma anche sano. il germe di grano è ricco di vitamine e minerali e dona all’impasto una qualità unica”. Un’attenzione alla materia prima che si traduce in un’esperienza gustativa autentica, fatta di profumi, consistenze e sapori che riportano indietro nel tempo.

Il panuozzo: morbido, croccante e ricco di gusto

 

Tra le specialità più amate c’è il panuozzo di Gragnano, nato come alternativa alla pizza e oggi considerato una vera icona dello street food campano. da otto pizza viene proposto con farciture che rispettano la tradizione: dalla porchetta di Ariccia con provola affumicata dei monti lattari, al classico salsiccia e friarielli, per un incontro di sapori robusti e inconfondibili.

Il panuozzo si distingue per la sua doppia consistenza: morbido dentro, croccante fuori, grazie alla doppia cottura che ne esalta il gusto e lo rende perfetto da condividere.

La pizza nel ruoto: tradizione di famiglia

Ancora più antica è la pizza nel ruoto, che a Milano trova nuova vita nel locale di Gino e Giusy. una preparazione che affonda le radici nella vita contadina campana, quando con l’impasto avanzato del pane si realizzavano queste pizze alte, croccanti e generose. A differenza della pizza napoletana, quella nel ruoto resta più alta e fragrante, offrendo una consistenza che sorprende al primo morso.

“era il piatto delle feste in famiglia – racconta Gino – semplice, casalingo, ma capace di riunire tutti intorno alla tavola”.

Non solo panuozzo e pizza: i grandi classici campani

Otto Pizza porta a Milano il vero panuozzo di Gragnano - Sapori News

Otto Pizza non si limita alle due specialità principali, ma propone anche altre ricette tradizionali campane. tra queste la pizza “chiena” di scarole, piatto tipico delle feste pasquali, e la parigina, golosa combinazione di prosciutto e mozzarella avvolta in sfoglia croccante. un menù che diventa un vero e proprio viaggio tra i sapori della campania felix.

Otto Pizza: un progetto di vita

la storia di Otto Pizza è legata al coraggio e alla passione dei suoi fondatori. Gino, ex dirigente di una grande azienda, ha deciso dopo il covid di cambiare vita e inseguire il sogno di riportare i sapori della sua terra a Milano. “Otto nasce dal desiderio di ricreare le emozioni legate al forno dei nonni, a quei momenti in famiglia dove il cibo era condivisione e memoria. i nostri clienti ci dicono spesso che i nostri piatti ricordano i sapori della nonna, ed è il complimento più bello”.