Ma che Natale è senza ... i dolci di Natale by Mulino Caputo - Sapori News I Dolci delle Feste dei Grandi Interpreti by Mulino Caputo

Il giorno della festa dell’Immacolata, il prossimo otto dicembre, sulle tavole dei napoletani arrivano i dolci di Natale. Un dolce che necessariamente deve essere presente per addolcire il fine pranzo, insieme ai liquori casalinghi, è il raffiuolo.
Sono dolci natalizi tipici della tradizione napoletana, sono fatti di una pasta di pan di Spagna e ricoperti di una glassa bianca a base di zucchero, insieme a sosamielli, rococò e mustaccioli sono i dolci che ogni napoletano non si farà mai mancare.
Il procedimento per fare i raffiuoli è semplice, si miscela insieme la farina con tutti gli altri ingredienti, si impastano e si mettono a lievitare, invece di usare il lievito si usa il criscito di pane, cioè un pezzo di pane cresciuto e lievitato che si aggiunge all’impasto. Una volta impastati devono riposare, dopo la lievitazione vengono tagliati a forma di rombo e lessati, poi si infornano.

Il prossimo undici novembre quattordici maestri pasticceri, in occasione dell’ottava edizione de “I Dolci delle Feste dei Grandi Interpreti by Mulino Caputo”, presenteranno presso il Grand Hotel Vesuvio di Napoli, una reinterpretazione di un dolce natalizio per le feste 2019.

Il format della manifestazione prevede, infatti, che i partecipanti propongano i loro nuovi lievitati ma, soprattutto, realizzino uno studio e un approfondimento su un dolce scelto tra il ricco repertorio napoletano. E, se nel corso delle passate edizioni, sono state presentate nuove versioni e innovativi design di classici della pasticceria partenopea, come: roccocò, struffoli e cassate, “Quest’anno – ha annunciato Antimo Caputo, Ad dell’omonimo Mulino di Napoli -abbiamo chiesto a tutti i partecipanti di dare una veste contemporanea a un dolce conventuale che ha più di 300 anni di storia alle spalle” Quale? Si tratta di un dolce che pochi sanno essere nato su imitazione di una pasta ripiena, i ravioli. A crearne la versione dolce furono, attorno al 1700, le benedettine del monastero di San Gregorio Armeno a Napoli. Nacquero così i raffiuoli, o raffioli (nella denominazione italianizzata): dolci glassati, prodotti con farina, zucchero, uova e confettura di albicocche. Ne esistono due varianti: una semplice e un’altra, più elaborata, che vanta la farcitura delle cassate, con la ricotta e le gocce di cioccolato. Per sapere quale forma o contenuto nuovo avranno i raffiuoli del Duemila bisognerà attendere lunedì 11 novembre quando, nella splendida sala del Caruso Roof Garden del Grand Hotel Vesuvio, ognuno dei 14 partecipanti allestirà il proprio tavolo con il Golfo di Napoli a fare da sfondo, realizzando una sorta di gouache multisensoriale.

I pasticceri che proporranno le loro specialità sono: il pastry chef della casa, Alessandro Cione; Salvatore Capparelli, dell’omonima pasticceria napoletana; Pasquale Colmayer dell’omonima pasticceria partenopea; Sal De Riso del Bistrot Sal De Riso Costa D’Amalfi; Carmine di Donna, pastry chef del ristorante di Seiano “Torre del Saracino” di Gennarino Esposito; Salvatore Gabbiano della pasticceria “Dulcis in Pompei”; Marco Infante, del brand napoletano Casa Infante; Marco Napolitano, della “Pasticceria Napolitano” di Napoli; i fratelli Andrea e Nicola Pansa, della pasticceria “Pansa Amalfi”; Alfonso Pepe, Pepe Mastro Dolciario di Sant’Egidio di Monte Albino (Sa); Luca Ranieri, della Pasticceria Ranieri, con due sedi a Napoli; Ciro Scognamillo, della Pasticceria Poppella; Sabatino Sirica, dell’omonima pasticceria di San Giorgio a Cremano, veterano dell’arte dolce campana e noto anche per essere il pasticcere del Napoli Calcio, e Alessandro Slama, giovane maestro panificatore ischitano, che recentemente si è aggiudicato il Panettone World Championship, per aver realizzato il miglior lievitato del mondo.

Dunque con i dolci della tradizione partenopea, il Natale che ci apprestiamo a festeggiare, sarà più dolce.

Harry di Prisco