Uno studio dell’Università di Milano conferma che una dieta mediterranea con regolare consumo di pasta ha effetti favorevoli su forza e composizione corporea in chi pratica sport. La testimonianza di Filippo Magnini, campione del mondo di nuoto

Sono passati quasi cinquant’anni dai Giochi Olimpici di Montréal 1976, quando la pasta fece il suo ingresso ufficiale nel mondo dell’alimentazione sportiva, spodestando la “dieta del marine” iperproteica fino ad allora dominante nella nutrizione sportiva e rivoluzionando le abitudini alimentari degli atleti.

 Ma in Italia la pasta e i carboidrati sono ancora vittime di luoghi comuni e mode estreme, che trovano terreno fertile anche tra gli sportivi italiani, meno fedeli al modello alimentare mediterraneo di quanto ci si aspetterebbe. 

Gli studi confermano il binomio pasta&sport

Lo studio, pubblicato sull’International Journal of Food Sciences and Nutrition, ha sottoposto alcuni partecipanti ad un’alimentazione mediterranea con almeno 5 porzioni di pasta alla settimana. Dimostrando che questo modello risultava migliore per effetto su forza muscolare e massa grassa se paragonato ad uno con quantità inferiori di carboidrati e pasta.

Dello studio e di altre prove concrete a favore del binomio pasta&sport, spesso penalizzato da falsi miti e restrizioni anche nel mondo dello sport amatoriale, si è parlato durante il nuovo appuntamento del ciclo di incontri “Let’s Talk About Food & Science” promosso dal Gruppo Barilla che ha visto la partecipazione di esperti di nutrizione e campioni sportivi.

“Abbiamo verificato che anche chi fa sport abitualmente, come gli studenti in Scienze Motorie che hanno partecipato alla nostra ricerca, tende a sottovalutare il valore degli alimenti fonte di carboidrati in generale e della pasta in particolare come carburante per la performance- spiega Patrizia Riso, responsabile dello studio e Professore Ordinario di Nutrizione Umana dell’Università degli Studi di Milano Quando abbiamo effettuato l’intervento dietetico per 8 settimane con due diete di tipo mediterraneo – una ricca di carboidrati e una più bassa in carboidrati, abbiamo dimostrato che la versione ‘high-carb’ aveva effetti più favorevoli su forza e composizione corporea.”

Un ulteriore sviluppo del lavoro – ancora in attesa di pubblicazione e focalizzato su sportivi non professionisti – conferma questi risultati. Infatti, conclude Patrizia Riso: “il consumo regolare di alimenti fonte di carboidrati complessi come la pasta, se ben bilanciato e parte di un modello mediterraneo naturalmente ricco di prodotti di origine vegetale, non ostacola il raggiungimento degli obiettivi sportivi. Al contrario, può contribuire a migliorare lo stato di nutrizione, la performance e il benessere.”

“I carboidrati restano protagonisti dell’alimentazione sportiva, ovviamente con le dovute proporzioni – conferma Michelangelo Giampietro, specialista in medicina dello sport e scienza dell’alimentazione. “Le indicazioni per la popolazione generale valgono anche per la quasi totalità degli sportivi amatoriali. E cioè un apporto giornaliero di carboidrati ben superiore a 2 grammi per chilo di peso corporeo desiderabile, preferibilmente complessi (come quelli della pasta). Ben distribuiti durante la giornata.”

Nel caso degli sportivi d’élite, questi valori crescono in proporzione alla durata e all’intensità dello sforzo muscolare. Arrivando a 6-10 grammi per chilo al giorno per chi si allena da una a tre ore quotidiane. Fino a toccare i 12g/kg per atleti che si preparano per attività estreme come la maratona, il triathlon o il nuoto di fondo.

L’esperienza dell’olimpionico Filippo Magnini 

La pasta piace a tutti, soprattuto agli sportivi. Tra questi Filippo Magnini, due volte campione del mondo nei 100 metri stile libero.

Pasta: migliora performance e benessere psicofisico - Sapori News

La pasta ha sempre fatto parte della mia alimentazione – racconta Magnini – e nei periodi di gara ne mangiavo anche a pranzo e cena. Spesso oltre mezzo chilo al giorno. Solo nei momenti di pausa o recupero la riducevo a 80-100 grammi per pasto. Ma non l’ho mai eliminata del tutto, specie durante le gare, perché senza la giusta ‘benzina’ la ripartenza era più faticosa. E pensare che da ragazzo mia madre il giorno delle gare mi preparava sempre la bistecca!

Il campione ricorda anche un periodo in cui, tra gli atleti, si era diffusa la moda della dieta a zona, a basso contenuto di carboidrati. “All’inizio sembrava funzionare, ma dopo un po’ ci siamo accorti che le analisi erano completamente sballate. Mi sentivo stanco, rendevo meno in allenamento e facevo molta più fatica il giorno dopo. In vasca la pasta non era solo il “segreto” di noi italiani. Ricordo che i giapponesi portavano il fornellino in piscina per cuocersi la pasta in bianco tra una gara e l’altra!”

Oggi, da papà e coach, Magnini dà valore anche alla dimensione psicologica e conviviale del cibo. “Il pasto è un momento per ricaricare anche la mente, un gesto che deve dare piacere. A casa cucino spesso con mia figlia, che adora la pasta al pesto. È un modo per stare insieme, parlare, ridere, creare un momento di famiglia.

E conclude con un consiglio semplice ai suoi atleti: “Via i telefoni e la tv durante i pasti. La pasta è completa e adatta a tutti: basta abbinarla a verdure, legumi o anche a un semplice filo d’olio e parmigiano per avere un pasto sano, equilibrato e che fa bene… allo sport e alla vita.”

Stefania Lupi