Inventata da Corrado Di Marco, entra tra i prodotti agroalimentari tradizionali del Lazio. Un riconoscimento che celebra il genio italiano e la visione che ha dato origine a un’icona del made in Italy
La Pinsa Romana è stata ufficialmente inserita nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) del Lazio. Un traguardo che, per l’azienda Di Marco, è l’attestazione di un percorso identitario, culturale e imprenditoriale iniziato 24 anni fa. E capace di rivoluzionare il mondo della panificazione moderna.
La Pinsa romana: una specialità conosciuta e apprezzata in tutto il mondo
Corrado Di Marco, l’inventore della Pinsa Romana, è l’uomo che ha trasformato un’intuizione rivoluzionaria in una categoria merceologica oggi riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo.
È a lui, infatti, che si deve la nascita della Pinsa Romana, un prodotto unico nel suo genere, frutto di studio, ricerca e passione.
Nel 2001, in un piccolo laboratorio alle porte di Roma, Di Marco unì competenze tecniche, cultura della panificazione e spirito innovativo per dar vita a un impasto completamente nuovo, leggero, digeribile, fragrante. Così nacque la Pinsa Romana: un’idea radicale che ha anticipato i tempi, conquistando in pochi anni chef, pizzaioli e consumatori di ogni continente.
Oggi, a oltre vent’anni dalla sua invenzione, il Ministero delle Politiche Agricole riconosce ufficialmente questo prodotto come espressione del patrimonio culturale e gastronomico italiano, includendolo tra i PAT del Lazio.
Un prodotto agroalimentare che unisce cultura e tradizione
La Pinsa viene così ufficialmente annoverata tra i prodotti agroalimentari italiani tradizionali che costituiscono espressione, oltre che dell’inventiva, dell’ingegno. E del processo di evoluzione socioeconomico delle collettività territoriali italiane. Anche delle tradizioni e della cultura delle regioni.
Questo traguardo riafferma l’impegno costante dell’azienda verso l’eccellenza, la ricerca e la valorizzazione del patrimonio agroalimentare del Paese, in dialogo con l’innovazione e la sostenibilità.
La Pinsa ha un impasto che nasce da un mix di farine di frumento, riso e soia, lievitato con Pasta Madre per 72 ore. Poi si lavora rigorosamente a mano: si schiaccia con le dita fino a formare le caratteristiche bolle e le si dà quella tipica forma ovale allungata.
Risultato? Un prodotto croccante e gustoso, ma povere di grassi e zuccheri. Quindi, con poche calorie ma con un’alta digeribilità.
“L’ingresso della Pinsa Romana tra i PAT non è per noi un punto di arrivo, ma una nuova partenza, che ci spinge a continuare a custodire con orgoglio l’identità di un prodotto che è, oggi più che mai, simbolo di tradizione, creatività e italianità – ha dichiarato Alberto Di Marco, AD dell’azienda – Questo riconoscimento è motivo di profondo orgoglio e insieme un tributo indelebile alla visione pionieristica di Corrado Di Marco, alla sua capacità di reinterpretare la tradizione con uno sguardo rivolto al futuro, creando un prodotto autenticamente nuovo, oggi imitato da operatori in ogni parte del mondo ma nato da un’idea originale, tutta italiana.”
Stefania Lupi