La Sicilia è una terra ricca di storia, cultura e tradizioni, ma anche di vini di qualità e di grande personalità. I vini siciliani sono il frutto di un territorio variegato e di un clima favorevole, che hanno permesso lo sviluppo di una viticoltura antica e diversificata. In questa guida, scopriremo la storia e le caratteristiche dei vini siciliani più buoni, dal nero d’avola al grillo, dal marsala al passito di Pantelleria, e daremo alcuni consigli su come degustarli e abbinarli.

I vini siciliani, una storia appassionante

La storia dei vini siciliani affonda le sue radici nell’epoca greca, quando i colonizzatori portarono sull’isola i primi vitigni, tra cui il moscato e il malvasia. I greci introdussero anche le tecniche di coltivazione e di vinificazione, che furono poi perfezionate dai romani, dai bizantini e dagli arabi. Questi ultimi, pur essendo astemi, favorirono lo sviluppo della viticoltura siciliana, introducendo nuove varietà di uva, come il grillo e il catarratto, e migliorando i sistemi di irrigazione.

Nel Medioevo, i vini siciliani conobbero un periodo di splendore, grazie alla domanda dei mercati europei e orientali. I vini più apprezzati erano quelli dolci e liquorosi, come il marsala e il passito di Pantelleria, che resistevano meglio ai lunghi viaggi via mare. Il marsala, in particolare, divenne famoso nel XVIII secolo, quando l’inglese John Woodhouse lo scoprì e lo esportò in Inghilterra, dove fu usato come base per il punch.

Nel XIX secolo, la viticoltura siciliana subì una grave crisi, a causa delle malattie della vite, come la fillossera e l’oidio, e della concorrenza dei vini francesi. Fu solo nelsuccessivo XX secolo che si assistette a una rinascita dei vini siciliani, grazie all’opera di alcuni pionieri, come il conte Giuseppe Tasca d’Almerita, che introdusse la selezione clonale dei vitigni e la modernizzazione delle cantine. Negli ultimi decenni, i vini siciliani hanno raggiunto livelli di eccellenza, grazie alla valorizzazione dei vitigni autoctoni, alla sperimentazione di nuove tecniche e alla creazione di denominazioni di origine protetta (DOP) e indicazioni geografiche tipiche (IGT).

I vitigni siciliani

Quando si parla dei vini siciliani, non si può trascurare la varietà di vitigni autoctoni presenti sull’isola, e tra questi sicuramente il Nero d’Avola rappresenta uno dei più iconici. Originario della Sicilia, questo vitigno a bacca nera offre un profilo aromatico ricco di frutti neri maturi e una struttura solida che rende i vini siciliani a base di Nero d’Avola particolarmente adatti all’invecchiamento. Il Nero d’Avola è il vitigno principale del Cerasuolo di Vittoria, il primo e unico vino siciliano a ottenere la denominazione di origine controllata e garantita (DOCG).

Un altro vitigno a bacca nera tipico della Sicilia è il Nerello Mascalese, che cresce soprattutto sulle pendici dell’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa. Il Nerello Mascalese dà origine a vini eleganti e minerali, che esprimono il terroir vulcanico in cui nascono, ed è spesso accompagnato da un altro vitigno autoctono, il Nerello Cappuccio, che conferisce al vino colore e morbidezza.

Tra i vitigni a bacca bianca, il Grillo è uno dei più diffusi e versatili. Originario della Sicilia occidentale, il Grillo dà origine a vini freschi e fruttati, ma anche a vini passiti e spumanti. Il Grillo è il vitigno base del Marsala, il vino liquoroso più famoso della Sicilia, che può essere secco, semisecco o dolce, e che si presta a diversi usi, dal consumo da solo, all’abbinamento con i formaggi, alla preparazione di ricette tipiche, come la torta di mandorle e marsala.

Un altro vitigno a bacca bianca molto apprezzato è il Catarratto, che è il più coltivato in Sicilia. Il Catarratto produce vini delicati e floreali, che possono essere bevuti giovani o invecchiati in legno: spesso è usato in uvaggio con altri vitigni, come il Grillo, l’Inzolia e il Grecanico, per creare vini bianchi armoniosi e profumati.

Gli abbinamenti

Per abbinare i vini siciliani, si possono seguire alcuni criteri generali, come il contrasto o la somiglianza tra il vino e il cibo, la stagionalità, la territorialità, la tipologia e la preparazione del piatto. Ecco alcuni esempi di abbinamenti possibili:

  • I vini bianchi freschi e fruttati, come il Grillo, il Catarratto e l’Inzolia, si abbinano bene con gli antipasti di mare, le insalate, le verdure, i formaggi freschi, le fritture, le pizze e le focacce.
  • I vini bianchi strutturati e invecchiati, come il Chardonnay e il Carricante, si abbinano bene con i primi piatti di pesce, le zuppe, i risotti, i formaggi stagionati, i piatti a base di uova, i funghi, i tartufi e le carni bianche.
  • I vini rosati, come il Cerasuolo di Vittoria e il Rosato di Nero d’Avola, si abbinano bene con i salumi, i formaggi semi-stagionati, le paste al forno, le lasagne, le polpette, le carni rosse e i piatti etnici.
  • I vini rossi giovani e fruttati, come il Frappato, il Syrah e il Merlot, si abbinano bene con i primi piatti di carne, le grigliate, i piatti a base di verdure, i formaggi piccanti, le pizze e le focacce.
  • I vini rossi corposi e invecchiati, come il Nero d’Avola, il Nerello Mascalese e il Cabernet Sauvignon, si abbinano bene con i secondi piatti di carne, i piatti a base di agnello, maiale, cinghiale, capretto, lepre, i formaggi erborinati, i piatti speziati e i dolci al cioccolato.
  • I vini dolci e liquorosi, come il Marsala, il Passito di Pantelleria e il Malvasia delle Lipari, si abbinano bene con i dolci tipici siciliani, come la cassata, i cannoli, le frutta martorana, i biscotti al pistacchio, le mandorle e i fichi secchi.