Fabbri 1905 vede riconosciuti ben quattro Marchi storici di interesse nazionale, che sono stati inseriti a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro nel Registro speciale dei Marchi Storici Italiani (istituito con decreto del 10 gennaio 2020 dal Ministero dello Sviluppo Economico).

Sul centinaio di marchi di storicità concessi finora ad aziende dell’alimentare dall’Ufficio Brevetti e Marchi del MISE, Fabbri spicca con i suoi 4 riconoscimenti.

Rappresentano uno straordinario viaggio nel costume, oltre che nelle origini dell’industria manifatturiera del cibo italiano, e testimoniano il grande know-how con radici profonde che l’Italia ha in questo ambito.

Capostipite tra i 4 riconoscimenti, il corporate brand “Fabbri” che con il suo inconfondibile lettering in corsivo blu entra nelle case degli Italiani e nel mondo da 117 primavere.

Non poteva mancare il riconoscimento al product brand più famoso, Amarena Fabbri” che nasce nel 1915, quando Rachele, moglie di Gennaro Fabbri fondatore dell’azienda, inventa una nuova ricetta, senza sapere di dar vita a un prodotto ancora oggi considerato inimitabile: la Marena con frutto.
Una specialità gastronomica cui Gennaro decide di dare il più nobile dei contenitori: un vaso in ceramica bianca decorato con arabeschi blu dal ceramista Riccardo Gatti di Faenza, affettuoso dono che il fondatore dell’azienda fa alla moglie.

E proprio a quegli arabeschi blu su campo bianco del decoro faentino, identificato come segno distintivo della produzione dell’azienda, va il terzo riconoscimento come marchio storico.
Un elemento grafico dalla straordinaria forza in difesa della proprietà intellettuale tanto da imporsi anche in Cina: nel 2020 la Corte del Popolo di Shanghai ha riconosciuto le ragioni della Fabbri contro un tentativo d’imitazione di quel decoro da parte di un produttore cinese: troppo famoso anche nel Paese del Dragone per poter essere imitato.

Fabbri 1905 vuol dire anche “sciroppi”: gli “Inventa Bibite” che l’azienda inventa letteralmente e produce fin dagli anni ’20 del secolo scorso.

Gli Sciroppi Fabbri devono molto della loro fama anche a un packaging dal design particolare: una bottiglia sinuosa dalle forme ergonomiche, morbide e maneggevoli a cui va il 4° non banale riconoscimento.

Una vera e propria investitura per gioielli del nostro Made in Italy alimentare che sanno distinguersi non solo per qualità e gusto, ma anche per estetica, stile e creatività artistica.

Sono riconoscimenti di cui siamo molto orgogliosi, non solo perché certificano la nostra lunga storia di impresa di famiglia, ma anche eccellenza che ha saputo re-inventarsi nel tempo, mantenendo saldo il legame con la tradizione e il territorio d’origine sentendo forte il compito di dover rappresentare sempre al meglio il Made in Italy” – commenta Nicola Fabbri a nome di tutta la famiglia che dal 1905, di generazione in generazione – e ora siamo già alla quinta –, hanno tramandato, sostenuto, divulgato, promosso prodotti che vantano schiere di veri appassionati nel mondo, sia consumatori che professionisti della gelateria, pasticceria e mixology.

NOTE DI APPROFONDIMENTO

Tutta la storia di Fabbri 1905, non solo del suo prodotto più famoso, si intreccia con la  storia d’Italia dal secolo scorso a oggi.
Dalle origini come “Premiata Distilleria Liquori G. Fabbri” che tiene a battesimo liquori come “1° Maggio” o “Amaro Carducci”, in onore del grande poeta premio Nobel 1906; agli anni ’30 con Aldo e Romeo, figli del fondatore Gennaro – a cui nel frattempo era stata intitolata l’azienda -, impegnati a promuovere il marchio a bordo di due auto mito dell’epoca, l’Atala e l’Isotta Fraschini, a cui si deve l’invenzione e il primo grande successo degli Sciroppi “Inventa Bibite”; agli anni ’50 segnati da un’altra storica invenzione, quella dei Cremolati, i primi ingredienti composti per la nostra gelateria artigianale che così può varcare i confini nazionali con i gelatieri del Bel Paese.
Fino alla multinazionale di oggi saldamente radicata a Bologna, ma con filiali in 10 Paesi e una solida vocazione a innovare la tradizione.

L’iter che ha portato a questi riconoscimenti ha richiesto la produzione di testimonianze e documenti originali che, oltre alle fonti ufficiali, hanno potuto contare sul prezioso “archivio” di prodotti storici, oggettistica d’antan, foto seppiate, manifesti e pubblicità d’epoca, premi, vecchi listini e altro che l’azienda bolognese ha pazientemente raccolto in una imponente collezione di migliaia di pezzi destinati alla creazione di un Museo d’Impresa.

Non fossero bastate le innumerevoli prove documentali, sono rimasti nella memoria collettiva del Paese gli storici Carosello con cui Fabbri è entrata, grazie alla televisione, nelle case di milioni di italiani fin dal 1957 con il personaggio “Salomone, il pirata pacioccone”, la serie “Un pittore alla settimana”, con protagonisti grandi pittori allora sconosciuti del calibro di Guttuso, Capogrossi, Gentilini, Cagli, Salvatore, o gli spot con Buscaglione, Pisu, Adolfo Celi, Tino Buazzelli, indimenticabili protagonisti che hanno accompagnato l’Italia del miracolo economico.