L’ultimo rapporto di Wine Intelligence, “Global Wine E-Commerce”, mette al primo posto gli Stati Uniti per commercio elettronico di vino nell’ultimo periodo, con differenze tra gli acquirenti e gli intenzionati
Uno dei fenomeni commerciali più discussi e più in ascesa nell’ultimo anno è certamente il delivery, o consegna a domicilio che dir si voglia. In realtà era già da qualche anno che il mercato aveva visto muoversi importanti player in vista di una forte crescita del commercio elettronico anche in Italia, mercato ancora agli inizi rispetto a molti altri Paesi industrializzati.
È chiaro che la domanda di consegne a domicilio, soprattutto di alimenti e bevande, dovesse avere un forte innalzamento per via della richiesta durante la pandemia in tutto il mondo. Questo ha coinvolto l’e-commerce su scala globale, anche per quanto riguarda l’approvvigionamento di vino direttamente a casa.
Infatti, come riassume il report “Global Wine E-Commerce” di Wine Intelligence, uno dei principali organismi mondiali di studio e ricerca sul comparto industriale del vino, che ha preso in considerazione i dati dei mercati di Australia, Canada, Cina, Hong Kong, Irlanda, Messico, Singapore, Stati Uniti e Gran Bretagna, molti sono stati coloro che hanno acquistato online e ancora di più sono coloro che hanno espresso l’intenzione di farlo in periodi successivi.
In testa alla classifica la Cina, con il 73% dei suoi consumatori di vino ha acquistato una bottiglia online negli ultimi sei mesi, ed il 75% è pronto a scegliere l’e-commerce in futuro.
Diversamente, negli Stati Uniti solo il 29% dei consumatori abituali ha acquistato vino online negli ultimi sei mesi, ma la platea di chi è pronto a rivolgersi al web è del 58%.
Quasi gli stessi cifre sono quelle che riguardano la Germania: il 30% dei 25,8 milioni di consumatori di vino ha fatto acquisti online nell’ultimo semestre, il 56% li farà nel prossimo futuro.
In un Paese dove la birra la fa da padrona, l’avvicinamento al vino può preoccupare in questo periodo anche per gli effetti sull’attività fisica domestica.
Sul sito tedesco fitforbeach.de è riportato che: “L’alcol può rallentare il metabolismo, indebolire i muscoli e provocare affaticamento. L’abuso non influisce solo sui tuoi obiettivi di allenamento ma, sebbene l’alcol faccia male al fitness, il fitness è ottimo per l’alcolismo.
Gli studi dimostrano che più ti alleni e sei fisicamente attivo, meno tendi a bere: l’esercizio favorisce una buona circolazione sanguigna, specialmente in climi rigidi come in Germania, apportando benessere. Il rilascio naturale di dopamina che ottieni dall’allenamento ti aiuta a prevenire il rilascio innaturale di dopamina dall’alcol per far fronte a cattive sensazioni fisiche ed emotive”.
Un contesto simile a quello tedesco si ha in Gran Bretagna, dove il 43% dei wine lovers ha già fatto acquisti online, e il 69% li farà nel prossimo futuro. BassIssimi numeri per Canada e Giappone.
E con la Pasqua alle porte e le restrizioni, non resta che ordinare una buona bottiglia da accompagnare alla migliore colomba Made in Italy.
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