La Baita del Re Resort e Tenuta Le Lune del Vesuvio a sostegno della Fondazione Azione contro la Fame - Sapori News

Ad Ottaviano il progetto “Ristoranti contro la Fame” è una realtà

 

Il Vesuvio prima dell’eruzione del 79 d.C., che ha profondamente modificato la morfologia del vulcano, e ha provocato la distruzione delle città di Ercolano, Pompei, Stabia e Oplontis, si riteneva che fosse una montagna come le altre. Successivamente è stato sempre considerato con sospetto dagli abitanti del luogo, ciò non ha evitato che alle sue falde sorgessero tante abitazioni che ora fanno parte della così detta “fascia rossa” per indicare il pericolo della loro collocazione.
Tale sviluppo dell’edilizia locale non è senza un valido motivo. Il Vesuvio infatti è anche un “vulcano buono” che consente un’agricoltura rigogliosa nei luoghi attraversati dalla lava e dai lapilli. Infatti la terra che si coltiva è ricca di sali minerali e i lapilli e le pomici consentono l’ossigenazione ottimale delle piante coltivate.
Tanti i frutti che trovano la condizione ottimale per sprigionare profumi e sapori particolari: i friarielli; le albicocche, di cui se ne annoverano alcune decine di varietà; i famosi pomodorini del piennolo col pizzo (da non confondere da quelli di colore giallo) e ovviamente la vite. Una delle varietà è la Lacryma Christi, la leggenda vuole che Lucifero rubò un pezzo del Paradiso per originare il Golfo di Napoli; subito dopo sprofondò nelle viscere dell’Inferno lasciando dietro di sé una voragine da cui sorse il Monte Vesuvio.
La Baita del Re Resort e Tenuta Le Lune del Vesuvio a sostegno della Fondazione Azione contro la Fame - Sapori News Gesù pianse poiché addolorato per il furto compiuto e, lì dove caddero le sue lacrime, il suolo divenne così fertile da ospitare le prime pianti di vite vesuviana, il vitigno Lacryma Christi. Leggenda a parte Il Vesuvio DOP comprende le seguenti tipologie di vino: Bianco, Rosso, Rosato, Spumante, Spumante Rosé, Lacryma Christi Bianco, Lacryma Christi Rosso, Lacryma Christi Rosato, Lacryma Christi Bianco Spumante, Lacryma Christi Bianco Passito e Lacryma Christi Bianco Liquoroso, tutelate dal Consorzio Vesuvio DOP. Tutte queste informazioni sono state dottamente illustrate dal Delegato Ais – Associazione Italiana Sommelier Comuni Vesuviani, Ernesto Lamatta in occasione della serata di beneficenza dal titolo: A cena con il Vesuvio nel cuore, un evento tutto da degustare riferendosi ai prodotti del territorio campano in rapporto con l’unica e sola eccellenza di sempre, il Vesuvio !

Media partner: spaghettitaliani.com il portare di enogastronomia creato da Luigi Farina, sempre attento alla giusta informazione delle eccellenze campane e non solo.
La serata è stata resa possibile per la munificenza dei titolari della “Locanda da Peppe”, all’interno della “La Baita del Re Resort” di Ottaviano in Via Valle delle Delizie , infatti una parte del ricavato è andato alla “Fondazione Azione contro la Fame Italia” Onlus, un’organizzazione umanitaria internazionale che si occupa di salvare le vite di bambini malnutriti attraverso il progetto “Ristoranti contro la Fame“, per un mondo libero dalla fame.
Con appena due euro donati si può offrire cure per un giorno a base di cibo terapeutico e medicine per un bambino malnutrito. Ernesto Lamatta ha presentato i vini messi a disposizione dall’ azienda Tenute Le Lune del Vesuvio: Janesta; Cratere bianco; ‘O Cuognolo; Cratere rosso, nonché la Grappa del Vesuvio della Distilleria Amato 1881. L’azienda Tenuta Le Lune è della famiglia Forno da tre generazioni, provenienti da Poggiomarino, ora l’azienda è presente anche a Terzigno e si è specializzata nella produzione dei vini del Vesuvio DOP.
Il titolare, Andrea Forno, dopo un’accurata ricerca ampelografica per individuare i cloni tradizionali, ha iniziato la produzione di vini come il Lacryma Christi. Il motto dell’azienda è “ Il carattere di una terra di vini, di tradizioni e la passione di una grande famiglia!”, l’azienda è situata nel comprensorio del Parco Nazionale del Vesuvio, una terra nera ricca di vitigni di carattere dall’uva forte e vigorosa.

« Il Vesuvio non ha consentito una tradizione vitivinicola nei secoli – commenta il Delegato Ais – Associazione Italiana Sommelier Comuni Vesuviani Ernesto Lamatta – a causa delle eruzioni che allontanavano e avvicinavano i viticoltori . Il Vesuvio è un vulcano con eruzioni esplosive, cosa questa che ha consentito di preservare alcuni vitigni autoctoni, i Monti Lattari formano poi una cortina intorno al Vesuvio, preservando la zona dai venti freddi consentendo scambi di temperatura repentina a vantaggio della sapidità, dell’acidità e dei profumi dei vini, davvero unici» conclude Lamatta.

Harry di Prisco