Mangiare la pasta di lenticchie fa bene: ecco perché - Sapori News Introdurre nel proprio regime alimentare la pasta di lenticchie è una scelta intelligente non solo per ampliare la varietà di sapori da sperimentare a pranzo e a cena, ma anche dal punto di vista del benessere.

Le lenticchie, infatti, garantiscono un importante apporto di proteine vegetali, e quindi in molte occasioni possono rappresentare un valido surrogato della carne. Provare la pasta di lenticchie Felicia è l’occasione giusta per assaggiare primi piatti diversi dal solito, invitanti ma soprattutto nutrienti.

Le caratteristiche nutrizionali delle lenticchie

Il contenuto di grassi nelle lenticchie è pari al 2%, mentre decisamente più consistente è l’apporto di carboidrati, che si aggira attorno al 53%. Mangiando la pasta di lenticchie si introducono nell’organismo parecchie fibre e un quantitativo più che discreto di vitamina C, di vitamina A, di vitamina B1, di vitamina B2 e di vitamina PP, senza dimenticare il ferro, il potassio, il calcio e altri sali minerali. La fibra solubile che caratterizza le lenticchie svolge un ruolo di primo piano per regolare l’attività intestinale e, al tempo stesso, è preziosa per non far alzare i valori di zuccheri e colesterolo nel sangue.

Perché consumare le lenticchie

Nel novero dei legumi, le lenticchie sono quelle che assicurano l’azione antiossidante più efficace: il merito deve essere attribuito agli isoflavoni, ritenuti da varie ricerche scientifiche degli alleati molto preziosi per la prevenzione dei tumori. Le lenticchie hanno il pregio di risultare molto digeribili e dovrebbero essere consumare insieme con i cereali; 100 grammi di prodotto garantiscono poco meno di 300 calorie, il giusto apporto energetico per far fronte alle necessità dell’organismo. I grassi insaturi sono contenuti, ed è per questo che la pasta a base di lenticchie è consigliata a chi vuole prevenire la comparsa di malattie cardiovascolari.

Lenticchie e diabete: cosa c’è da sapere

Anche se il loro contenuto di carboidrati è piuttosto elevato, le lenticchie possono essere consumate senza problemi da chi soffre di diabete, in virtù della quantità di fibre che esse garantiscono. Esse, infatti, rendono l’assorbimento dei carboidrati più lento, il che vuol dire che si può prevenire il rischio di picchi glicemici.

Da dove arrivano le lenticchie

Ma qual è la provenienza esatta delle lenticchie? Si tratta di semi della Lens esculenta, una pianta erbacea che cresce senza difficoltà nelle regioni contraddistinte da un clima temperato. Tali semi hanno una forma rotonda e piatta, paragonabile proprio a quella delle lenti, come il loro nome lascia intuire. La credenza popolare secondo cui le lenticchie sono portatrici di ricchezza si spiega semplicemente con la loro conformazione, che ricorda quella delle monete. Ecco perché nei menù dell’ultimo dell’anno non possono mancare le lenticchie, in segno di buon augurio per un anno nuovo prospero. La pianta delle lenticchie, che fa parte della famiglia delle Leguminose, vanta origini decisamente antiche, come dimostra il ritrovamento in Turchia di tracce risalenti a circa 8mila anni fa. Senza andare così indietro nel tempo, comunque, è certo che sia tra gli antichi Greci che tra gli antichi Romani le lenticchie rappresentavano una pietanza alquanto diffusa, soprattutto tra le classi meno ricche.

Un piatto povero ma ricco

Insomma, la pasta realizzata con la farina di lenticchie e le lenticchie in generale sono ingredienti completi perché abbinano fibre, carboidrati e proteine. Un piatto povero ma dal punto di vista nutrizionale molto ricco. Le sole controindicazioni da tener presenti riguardano i soggetti che soffrono di gotta, di colite e di uricemia: per il resto ci si può concedere piacevoli e nutrienti scorpacciate scegliendo i condimenti più diversi e gli abbinamenti che si preferiscono.