Vermouth Bianco Don Guglielmo 1918, una storia attuale d’altri tempi - Sapori News Mi seggo comodamente, assaporo il piacere di un bicchierino di “elisir del tempo” e vago con la mente ad una storia che risale all’ormai lontano 1918; una storia vissuta nella mia Torino pochi mesi prima del ritorno della pace.

Un ritorno che sul finire dell’autunno di quell’anno non calmò di certo lo scontro politico in città. Le tante divergenze tra la sinistra e la destra al momento dell’armistizio che chiudeva la Prima guerra mondiale evidenziarono profonde divisioni. Ma non sarà della politica di quel frangente storico o del conflitto bellico che voglio parlarvi ma di un evento, tragico e cruento, che fece molto scalpore nel febbraio 1918.

Al numero 19 di Contrada San Filippo, oggi via Maria Vittoria, prese appartamento Pietro Balocco, un giovane arrivato in città da San Germano Vercellese. In più occasioni il Balocco fu visto entrare e uscire dall’abitazione in compagnia di un prete, Don Guglielmo Gnavi originario di Caluso, località non lontana da Torino. Con molta probabilità la cosa venne a ripetersi per un periodo fino a quando in una fredda giornata invernale la portinaia, Giuseppina, notò Balocco uscire solo trascinando una pesante cesta dal dubbio contenuto. Alla misteriosa uscita solitaria del giovane si aggiunse un particolare: il sacerdote non fu più visto nella via.

I sospetti della donna aumentarono col trascorrere dei giorni e vennero confermati da un caso fortuito. Successe infatti che, nel frattempo, un barcaiolo sul fiume Po notò qualcosa di insolito galleggiare, qualcosa con tutte le sembianze di una gamba umana. Giuseppina si fece forza e convinse la proprietaria dell’appartamento ad inscenare un guasto al suo interno, al fine di giustificarne un ingresso obbligato. Lo spettacolo che si trovarono di fronte fu raccapricciante, dentro ad una valigia il torso privo di testa e di gambe del religioso. Nello stesso istante il Balocco fuggì immediatamente.

Il giovane venne braccato per settimane dalla polizia mentre i giornali dell’epoca, definendo il caso come “L’omicidio del prete fatto a pezzi”, pubblicarono le foto dell’assassino, foto che ne consentirono la cattura grazie al riconoscimento di una passante. Nell’aprile del 1921 il giovane venne condannato all’ergastolo e a 11 anni di cella di isolamento.

Vermouth Bianco Don Guglielmo 1918, una storia attuale d’altri tempi - Sapori News

Una storia macabra di cento anni fa, che ritorna oggi dentro al bicchierino del mio “elisir del tempo” che in realtà è il Vermouth Bianco Don Guglielmo 1918. La famiglia Gnavi di Caluso esiste tutt’ora e i discendenti hanno continuato nel tempo, così come allora, a produrre vini del territorio, quella terra dove regna sovrano l’Erbaluce. La storia della cantina Gnavi risale alla fine dell’800 con la fondazione di un’azienda familiare di carradori che, oltre ad occuparsi del trasporto di merci, si specializza nella coltura della vite. A mettere radici sulla quella terra collinare canavesana di origine morenica fu il Cavalier Giovanni. La somma ottimale di terroir, clima, vitigno e la sapiente opera dell’uomo fa si che i vini di quel lembo di Piemonte siano particolarmente interessanti. L’Erbaluce, storico vitigno, ha trovato nell’area di Caluso la sua giusta dimora e gli Gnavi, oggi Carlo unico erede del sapere del padre e il nipote Giorgio, portano avanti la tradizione di famiglia producendo Erbaluce in differenti espressioni: fermo, spumante e passito. E il Vermouth?

Caluso dista pochi chilometri da Torino e se c’è una chicca storica, un vino aromatico tipicamente torinese è proprio il Vermouth. Un tempo molto diffuso il vino liquoroso vive oggi una sua rinascita e una scoperta da parte dei giovani. Il Don Guglielmo 1918 è il nuovo prodotto della cantina: è il Vermouth degli Gnavi. Preparato con vino Erbaluce, alcol, zucchero e le principali erbe e spezie: assenzio, achillea millefoglie, sambuco, coriandolo, dittamo, pompelmo, zenzero, arancia, menta, pepe; il Don Guglielmo 1918 ha un colore giallo paglierino intenso, sentori di agrumi ed una equilibrata dose di dolcezza e freschezza. Con il suo finale persistente al palato è decisamene piacevole; una bella sorpresa che all’assaggio ti regala una delicata emozione. Un vento tiepido di storia di un tempo lontano ma al quanto vicino, di una tragedia che si traduce oggi in piacevolezza. Un delicato Vermouth in ricordo di Guglielmo Gnavi.

Fabrizio Salce

La Società Agricola Gnavi Carlo SSA ha la sua sede in Via C. Battisti 8, 10014 Caluso (TO).

www.cantinagnavi.it