Lo storico Castello del Trebbio rivive con i suoi prodotti di qualità - Sapori News

A  poco meno di 20 chilometri dalla capitale del Rinascimento, immersi nel verde delle dolci colline del Chianti, tra oliveti e vigneti e longevi cipressi, si arriva al Castello del Trebbio, l’imponente maniero fatto costruire nel XII secolo dalla nobile famiglia di banchieri fiorentini de’ Pazzi

 

Lo storico Castello del Trebbio rivive con i suoi prodotti di qualità - Sapori News

CASTELLO DEL TREBBIO

A Pontassieve, in frazione di Santa Brigida, a circa 500 metri di altezza con i colli fiorentini disposti quasi a raggiera si incontra il Castello del Trebbio una splendida costruzione fortificata di epoca medievale dalla cui torre merlata del Castello si domina tutto il Mugello.

Dal 2013 il Castello del Trebbio è patrimonio UNESCO. E’ visitabile su prenotazione ed è ancora abitato da Anna, figlia del proprietario il conte Baj Macario che lo ha acquistato nel 1968 per la consorte austriaca Eugenia Spiegel,  per trascorrere insieme momenti di relax in questo angolo di paradiso toscano.

Proprio perché abitato dai proprietari i tour di visita vanno fatti in gruppo con l’assistenza di una guida che in varie lingue (inglese, spagnola, francese e tedesca) ricorda i fasti del maniero dalla costruzione datata 1184, ad opera della nobile famiglia dei banchieri de’ Pazzi, fino ai giorni nostri.

In un percorso guidato di un’ora si fa un balzo velocissimo attraverso i secoli. E si viene così a sapere che negli austeri saloni del maniero  si è scritta un pezzo di storia fiorentina. Unica restrizione: sono vietate le foto, per evidenti ragioni di privacy e sicurezza.

Il riferimento è allo storico e celebre episodio noto con il nome di Congiura dei Pazzi risalente al 1478 quando la famiglia de’ Pazzi, rivale dei Medici, volle eliminare i loro acerrimi nemici, Giuliano e Lorenzo dei Medici. Fallita però la congiura con l’uccisione di Giuliano ed il ferimento di Lorenzo, il Castello fu espropriato ma lo stemma della famiglia de’ Pazzi, raffigurante due delfini, rimase scolpito nell’ingresso del castello ed ancora oggi visibile. Nel percorso di visita si può ben ammirare, nel nucleo centrale, la famosa Sala della Congiura, in omaggio allo storico episodio.

Ricco di fascino, il Castello regala scorci di vita passata. Non lasciano indifferenti neppure le imponenti travi e la bellezza dei grandi focolari.

Il Castello è però anche una fiorente azienda agricola incentrata sulla produzione di vino e olio, guidata dalla proprietaria Anna Baj Macario.

Per coloro che amano i piaceri della tavola al Trebbio non mancano percorsi enogastronomici con la visita alle sue straordinarie cantine medievali con degustazione di vini speciali e olio extravergine d’oliva di produzione dell’azienda.

Ottimi vini, olio extravergine e tanto altro

Non solo il Castello è visitabile ma la parte più emozionante del tour guidato è scendere nei sotterranei dove si trovano le secolari cantine e le magnifiche botti di rovere nelle quali vengono invecchiati i vini.

I vini che vengono prodotti nei vigneti aziendali rappresentano la tradizione e l’attaccamento al territorio.

Le referenze classiche sono le Docg Chianti Superiore e Lastricato Chianti Rufina, a base di Sangiovese.

Dal forte legame con il passato storico proviene l’ispirazione per i nomi dei vini. Un blend di Merlot e Syrah per il Pazzesco. La Congiura è invece unione di Riesling e Pinot grigio. Il vino De’ Pazzi – da Sangiovese, Merlot e Syrah – s’impreziosisce anche dell’affinamento in anfora.

Lo storico Castello del Trebbio rivive con i suoi prodotti di qualità - Sapori News

Naturalmente il celebre Vin Santo non può mancare, dolce come la terra toscana che lo produce. Accompagna la pasticceria secca, le torte al cioccolato o il formaggio stagionato. Intingervi i cantuccini è una tentazione a cui non si resiste.

Alla conclusione della visita viene offerta una selezione di vini per degustarli accompagnati da piccoli stuzzichini, tra i quali la “fettunta” toscana, pane abbrustolito condito con l’olio extravergine, sempre di produzione della Tenuta del Castello.

Nei sotterranei infatti si celano anche grandi orci di terracotta, che garantiscono una temperatura costante e ottimale per tutto l’arco dell’anno, dove l’olio ottenuto verrà sistemato.

74 sono gli ettari di uliveti dove crescono circa 10mila piante a cultivar diverse: frantoio, moraiolo, leccino dalle quali si ottiene dell’olio extravergine d’oliva.

Le olive raccolte a mano e a macchina vengono frante lo stesso giorno della raccolta nel frantoio del Castello ed è sempre Anna Baj Macario che seleziona e controlla personalmente il grado di maturazione.

Si produce anche uno zafferano pregiato

Oltre al vino e all’olio extravergine d’oliva, il Castello produce zafferano purissimo. Il percorso per ottenere questa spezia pregiata  è complesso e la raccolta molto faticosa. Dalla coltivazione dei bulbi di crocus sativus, alla raccolta dei bellissimi fiori viola e dei preziosi stigmi rossi, dall’essiccazione al minuzioso confezionamento.

Completano l’offerta una linea di cosmetici  e una gamma di marmellate (nella foto sopra Alberto Peroni, Hospitality Manager). Tutti i prodotti del Castello del Trebbio possono essere acquistati  nel  negozio in loco, ricavato in una delle ex case coloniche della Tenuta (per altre info: www.castellodeltrebbio.com).

Si può raggiungere la maestosa tenuta e parcheggiare l’auto anche solo per concedersi una passeggiata, a piedi o a cavallo o, per i più sportivi, una pedalata in mountain bike nella splendida campagna toscana circostante, parte della quale è Area Naturale Protetta con sentieri ben segnalati.

Godere di questa parte di territorio toscano, un giorno è davvero troppo poco. Si potrebbe benissimo soggiornare, magari per un week end, scegliendo come dimora il Firenze Camping in Town (del quale se ne è ampiamente parlato al link www.viaggiarenews.com/2019/09/regalarsi-una-vacanza-open-air-a-firenze) che offre mille possibilità di svago, relax, cultura e sport per vivere una vacanza veramente in simbiosi con la natura.

Testo e foto di Dorina Cocca