Diete, allergie e intolleranze: cosa i ristoratori devono e possono fare - Sapori News

Tra le novità introdotte dal Regolamento Europeo nel 2018 sono presenti delle normative inerenti la comunicazione degli allergeni contenuti nei prodotti alimentari. Questi ultimi devono infatti essere dotati di etichette che mettano in rilievo gli agenti allergenici, riportandoli in grassetto o con colore e dimensione diversi rispetto ai “normali” ingredienti. Le nuove normative sono valide anche per esercizi pubblici quali bar, ristoranti e servizi di catering, che rischiano sanzioni che vanno dai 3.000 ai 24.000 euro in caso di omessa comunicazione degli allergeni, e dai 1.000 agli 8.000 in caso questi vengano riportati ma con modalità diverse rispetto a quelle previste dal Regolamento Europeo.

I locali sono tenuti a comunicare ai clienti in maniera esplicita ed immediata la presenza di allergeni nei propri piatti. Per farlo, è necessario riportare tali informazioni sui menu o anche su dispositivi elettronici da tenere bene in vista. In alternativa, le attività hanno la possibilità di esibire la diciturale informazioni circa la presenza di sostanze o di prodotti che provocano allergie o intolleranze sono disponibili rivolgendosi al personale in servizio” in posti ben visibili come lo stesso menu o dei cartelli presenti all’interno del locale. Ma basta davvero questo a sensibilizzare il personale di bar e ristoranti circa le allergie alimentari?

Purtroppo, la situazione sembra essere ancora preoccupante. Da uno studio condotto dall’Università di Düsseldorf è infatti emerso che in questo campo esiste ancora troppa ignoranza. Premessa: più del 10% della popolazione mondiale soffre di allergie alimentari e fa affidamento sulle competenze del personale dei locali quando decide di mangiare fuori. Peccato però che stando ai risultati dello studio effettuato dai ricercatori tedeschi gran parte del personale di bar e ristoranti nutre dei pesanti pregiudizi nei confronti delle allergie alimentari. Sui 295 lavoratori selezionati solo il 30% è riuscito a citare almeno 3 allergeni, mentre meno della metà ha risposto in maniera corretta a 5 domande comuni sulle allergie. Ciononostante, a colpire maggiormente i ricercatori è stato l’atteggiamento dei lavoratori nei confronti di chi soffre di allergie, ritenuto come un fastidio o una perdita di tempo. Pregiudizi pericolosi confermati da alcuni partecipanti convinti addirittura che l’acqua fosse in grado di tamponare gli effetti di allergie alimentari.

A risolvere questo grave problema potrebbe però essere stato Tech-healthy, che proprio ultimamente ha sviluppato la carta d’identità alimentare, il primo documento dove sono riportate allergie, intolleranze e, più in generale, abitudini alimentari dei consumatori. Scaricabile gratuitamente su https://www.cartaidentitalimentare.com/ questo documento potrà facilmente essere compilato e poi esibito in tutti i bar e ristoranti, facilitando e velocizzando di molto la comunicazione fra i consumatori e il personale di questi esercizi pubblici.

La carta d’identità alimentare si appresta dunque ad essere uno strumento in grado di abbattere tutti gli stereotipi che si attanagliano nel mondo delle allergie, nella speranza che possa aumentare il grado di informazione di chi, quotidianamente, è tenuto a tutelare i bisogni dei propri clienti.