Sciuè il panino vesuviano che non c’era - Sapori News Presentato il menù invernale di Sciuè il Panino vesuviano

Nella lingua napoletana ( non è un dialetto !) sciuè sciuè  vuol dire presto presto, in pratica il take-away,   che alcuni locali offrono per il cibo da asporto,  per cui il cibo viene servito anche in confezioni da portare a casa.

Nel nostro caso  il burger loft “Sciuè il panino vesuviano” è la versione rivisitata e corretta al top, nel locale di Pomigliano d’Arco, alle falde del Vesuvio, oltre al servizio da asporto prepara panini con ingredienti al kilometro 0 e della tradizione napoletana, o, meglio: “farciture che parlano napoletano”, come ama definire  Marco De Luca il loro concetto di panino nostrano. Marco con il fratello Giuseppe continuano la strada tracciata dal padre Mauro che da circa trenta anni si occupa di ristorazione avendo fondato e portato al successo tanti locali a Napoli e provincia. “Ognuno deve fare quello che sa fare – ripete Marco – oppure si deve studiare, come ha fatto miao figlio Giuseppe che è andato a Roma per seguire i corsi di Angelo Izzo presso la scuola API apprendendo le tecniche della pizza in teglia romana”. Tali insegnamenti sono ritornati utili avendo aperto, sempre a Pomigliano d’Arco, un nuovo locale specializzato in pizze in teglia, ovviamente rivisitate alla napoletana.Sciuè il panino vesuviano che non c’era - Sapori News

La cucina della paninoteca è a vista al centro del locale che ha una capienza di 90 posti, dalle 19,30 alle 21 i clienti sono le famiglie e i bambini, dopo è il momento dei più grandi. Una brigata di 7 ragazzi capitanata da Giuseppe De Luca si muove tra piastra e fornelli in una sincronia di gesti: il processo di creazione del panino è tutto a vista, la cottura, la farcitura e l’impiattamento. È la cucina dietro il vetro il cuore pulsante di Sciuè il Panino vesuviano, il loft burger dei fratelli Giuseppe (in cucina) e Marco (in sala) De Luca, 25 e 22 anni. Dal padre, Mauro, e dalla sua esperienza, hanno appreso i primi insegnamenti e come riconoscere qualità e sapori genuini; viaggiando hanno poi intuito tendenze e nuove forme di consumo. Sciuè il Panino Vesuviano è il loro progetto nato tre anni fa a Pomigliano d’Arco: una hamburgheria che strizza l’occhio all’urban design ma che porta in tavola prodotti di alta qualità e i buoni sapori della tradizione gastronomica napoletana. Hamburger sì, ma con quel tocco di gusto tipicamente partenopeo: con parmigiana di melanzane fatta con l’Antico pomodoro Napoli, mozzarella di bufala campana, papaccelle napoletane, Provolone del Monaco Dop e pomodoro del piennolo DOP. La ricerca dei prodotti privilegia presidi Slow Food, produzioni tipiche e di piccoli contadini artigiani come Manuel Lombardi per il Conciato romano, Bruno Sodano per il San Marzano, l’Antico Pomodoro di Napoli ed ancora le papaccelle. Le patate sono di Avezzano e tra gli antipasti non mancano grandi classici come i crocchè di patate e le polpette in tre varianti di gusto (classiche, al sugo, con fonduta di parmigiano reggiano).

Il pane, cuore morbido e crosta croccante, nasce da una ricetta esclusiva messa a punto da Giuseppe appassionato di arte bianca e studioso di impasti e farine; l’hamburger di 180 grammi è di Marchigiana Igp o di Suino Nero Casertano,  carni che provengono da filiera corta e certificata. Il risultato è un prodotto di alta qualità che piace ai giovani, che esalta il territorio, che rinnova antiche memorie di cucina, che è buono da mordere e bello da vedere.

Tanti i panini in carta che seguono la stagionalità e i guizzi creativi di Giuseppe de Luca. In carta le proposte sono: Marchigiana Elite, Pork 2.0, Papapollo, Suino Black, Pistacchioso, Spaccanapoli, Vesevo, Cam_On (con hamburger da 200 gr selezione Camassa) e Veggie per vegetariani. Il menu invernale prevede delle incursioni nuove e audaci come il Polpo con polpo fritto, friarielli e stracciatella di bufala, quello con hamburger di marchigiana, fiordilatte di Agerola, parmigiana di melanzane, antico pomodoro di Napoli (presidio SlowFood), patate al forno di Avezzano e basilico, e Ursula con patata viola porchetta artigianale, provola affumicata, patata viola, conserva di melanzane a funghetto. I costi? un menù degustazione ricco di ogni bontà: 35 euro. Ancora una chicca, a fianco alla cucina tradizionale esiste una-più piccola-utilizzata esclusivamente per i panini per celiaci.  Mauro De Luca va particolarmente orgoglioso dei bagni, puliti e in ordine, dove si trova proprio tutto, il fasciatoio per i bebè, gli spazzolini da denti usa e getta, il collutorio mono uso e, a breve, l’angolo per consentire alle ragazze di rifarsi il trucco.

Harry di Prisco