Tutto ciò che le donne non dicono (ma vorrebbero) a San Valentino

A tavola ci si conosce. E ci si innamora. Convivialità significa condivisione di sapori ma anche di pensieri, è espressione del proprio gusto e delle proprie inclinazioni, insomma racconta moltissimo di noi. E se è vero che certe feste sono pensate tutte al femminile (o quasi) l’altra metà del cielo ogni tanto potrebbe concedere, non di adeguarsi, ma di stupire in merito ad eleganza e savoir-faire.
Specialmente a San Valentino, porre particolare attenzione a qualche piccola regola di buone maniere potrebbe fare la vera differenza.
L’invito
Se la scelta del luogo per una serata speciale è fondamentale non di meno questo può dirsi per l’invito. Un bel biglietto fatto recapitare a casa o al lavoro, anche semplice, ma scritto di proprio pugno e, perché no, corredato di piccolo fiore (dimentichiamo le dozzine di rose che fanno tanto parvenu) ha spesso per una donna lo stesso effetto euforizzante di una coppa di champagne.

L’abbigliamento
La regola ferrea è sempre la stessa: essere adeguati all’occasione. In un ristorante elegante per l’uomo è di rigore (almeno) la giacca, sempre che non sembriate un manichino inamidato, in questo caso meglio cambiare destinazione. In un posto informale ben venga un look più casual, purché curato.  Lo stile “bello e impossibile” solo se si è davvero belli e impossibili (e quindi si resta a casa).

Basilare, foss’anche per pura sopravvivenza, sarà dare alla partner indicazioni sul dress code per la serata per non incappare in spiacevoli imbarazzi.
Nessuna donna al mondo sopporterebbe di trovarsi decisamente overdressed in trattoria o, peggio ancora, in jeans stracciati e sneakers sdrucite in un ristorante di lusso!
Il bon ton di base
Le piccole attenzioni sono un bene prezioso. Ecco i fondamentali al maschile:

Niente rendez-vous al ristorante. Le signore si passano a prendere e si riaccompagnano. Anche a piedi.
L’uomo precede la donna nell’entrare nei locali, ma dovrebbe ricordare di tenere la porta aperta per la signora, portandosi poi nuovamente avanti.
Scostare la sedia è certamente un gesto carino ma fa un po’ troppo “cameriere”. Perfetto, invece, attendere che la partner sia seduta prima di accomodarsi.
Quando si ordina, la sequenza corretta sarebbe comunicare al cameriere prima la scelta della signora e poi la propria.
Assicurarsi che la signora abbia SEMPRE il bicchiere riempito. Questo non è un suggerimento. È legge.
Tranquilli, ne abbiamo anche per il gentil sesso.
Alle signore si raccomanda:

1) Puntualità, contenendo i ritardi nei 15 minuti (suvvia 15 minuti NON è ritardo!)
2) Coscienziosità nelle scelte del menù, evitando gli eccessi in un senso e nell’altro. Niente ostriche e caviale, se il vostro cavaliere ci si gioca lo stipendio ma, data l’occasione, bando anche all’insalatina asfittica da dieta cronica.
3) Leggerezza nei discorsi, almeno quella sera! Niente musi lunghi o discorsi sul senso dell’universo. E soprattutto, se non in vista (e da vicino), non si parla di matrimonio!
Per entrambi: via il cellulare che va lasciato silenzioso e nelle tasche. Infine, in linea generale, chi invita paga.
Fate vostre queste piccole, ma basilari, regole, aggiungete un pizzico di spontaneità e tanti bei sorrisi e il vostro San Valentino non sarà la solita festa comandata da dimenticare in fretta, ma una romantica occasione da ricordare a vita.
Giorgia Fantin Borghi
Esperta di galateo del matrimonio e di storia della tavola, Giorgia Fantin Borghi è una delle professioniste più affermate nel wedding planning e nell’organizzazione di eventi speciali legati all’arte della tavola e al buon ricevere. Definita dalla rivista ELLE Spose “una delle 5 top organizzatrici di matrimoni” e inserita da Zankyou-Italia nel novero dei “10 migliori wedding planner di Milano”. Unica wedding planner italiana in nomination per il titolo di Best World’s Wedding Planner per il contest 2017 ELLE International Bridal Awards. Insignita del premio “Eccellenza Italiana” nell’ultima edizione dell’Italian Wedding Awards.
Autrice dei libri Matrimonio da Sogno e di Donne con un Diavolo per Capello, di Valentina Edizioni – Brioschi Editore.