[dropcap]Q[/dropcap]uesta è la storia di un viaggio attraverso il vino di due grandi regioni, non solo d’Italia, ma del mondo. Una storia che parte dalla Toscana, dalla sua campagna disegnata dalla mezzadria, e arriva fino ai confini più estremi della Sicilia, a un crocevia fra terra e mare e fra le tante e diverse culture che l’hanno attraversato
Domini Castellare di Castellina è il marchio che unisce quattro aziende diverse per storia, dimensioni e collocazione geografica, ma accomunate da uno stile produttivo votato all’eccellenza e riconosciuto a livello internazionale.
Castellare di Castellina, nel cuore del Chianti Classico, Rocca di Frassinello, nella Maremma toscana tra Scansano e Bolgheri, Feudi del Pisciotto, nel cuore della Sicilia a pochi chilometri da Caltagirone e Piazza Armerina, e Gurra di Mare, a Porto Palo di Menfi, l’antico porto di Selinunte, in una delle zone più ricche di storia dell’intera Sicilia.
Castellare di Castellina è la più antica, con edifici del 1300 e un nome affermato da oltre 35 anni ai vertici assoluti di tutte le classifiche più autorevoli del mondo del vino.
Per 25 anni è stato solo Castellare di Castellina. 25 anni di successi grazie alla riscoperta, col governo di Castellare, del metodo di governare il vino (quello del Chianti nel fiasco) per averlo pronto già in primavera e poterlo bere fresco durante l’estate; alla fedeltà ai vitigni autoctoni per un Chianti veramente Classico, dove il rosso rubino del Sangioveto non viene incupito dal nero Cabernet o peggio dai vini del sud; alla Riserva Chianti Classico e la Riserva Speciale Vigna il Poggiale sempre ai massimi punteggi delle guide; ai vitigni internazionali vinificati in purezza: il Cabernet per il Coniale e il Merlot per Poggio ai Merli, sì da misurarsi con due dei vitigni più diffusi al mondo; e ancora grazie ai tre bianchi: Le ginestre (Chardonnay e Sauvignon solo in acciaio). Canonico (dalla stoffa forte dello Chardonnay vinificato in barrique); poi il Vinsanto S. Niccolò, fatto come Dio comanda, senza il mestolo e senza essere troppo spiritoso o troppo dolce; infine il vino bandiera, il grande I Sodi di San Niccolò, esaltazione del Sangiovese e della Malvasia Nera, due volte nella classifica dei top 100 di Wine Spectator, a dimostrazione che il Sangioveto è un vitigno in grado di competere con i migliori al mondo.Dalla Toscana alla Sicilia - Sapori News

 

Rocca di Frassinello, inaugurata il 30 giugno 2007 con una cerimonia degna dello splendore dell’unica cantina progettata dal grande Renzo Piano, è nata come joint venture internazionale (l’unica mai realizzata nel mondo del vino tra un marchio francese e uno italiano) tra Castellare di Castellina e Domaines Barons de Rothschild (Lafite).
La prima etichetta, le grand vin secondo la classificazione bordolese, espressione massima del progetto italo-francese. Un vino che riesce a coniugare forza, intensità, eleganza, con tannini morbidi che lo rendono rotondo in bocca. Riuscito ai vertici massimi fin dalla prima vendemmia, quella del 2004. Un vino da grande competizione, da uve: Sangioveto (60%), Merlot (20%) e Cabernet Sauvignon (20%) e dal colore rosso rubino intenso e con riflessi granati. All’olfatto si presenta fruttato e con una bella speziatura. In bocca il gusto è profondo, ma vivace e di buon equilibrio. Si accompagna bene con carni rosse, arrosti, cacciagione e formaggi stagionati.
Feudi del Pisciotto è invece la prima cantina siciliana del gruppo, figlia della scelta di puntare su un territorio nuovo, rispetto alle esperienze di Castellare e Rocca. Un territorio dalla grande vocazione produttiva, in passato chiamato Enotria per questo, e che oggi promette di rappresentare la vera nuova regione del vino italiano. La prima annata dei vini di Feudi del Pisciotto, un feudo del ‘700, è quella del 2007 e a partire da allora un’intera linea di bottiglie veste le etichette disegnate dai più prestigiosi stilisti italiani, nell’ambito di un progetto che mira a valorizzare, nell’unione fra fashion e arte, le grandiose ricchezze culturali siciliane.Dalla Toscana alla Sicilia - Sapori News
L’eterno, 100% Pinot nero. Nasce da un suggerimento del grande Giacomo Tachis, che ben conosceva questo nobile vitigno e le sorprendenti possibilità di esprimersi in Sicilia. Un’espressione dal chiaro carattere di Borgogna, consistente, ma allo stesso tempo molto fine ed elegante, come la mano de l’Eterno, scultura del Serpotta, il cui restauro è finanziato da Feudi del Pisciotto, con il concorso dei Grandi Stilisti del fashion, autori delle etichette degli altri vini. Si presenta con un bel colore rubino con riflessi granati. Al naso cacao, gelsi neri e sentori di rosa. In bocca è pieno e avvolgente, termina con un gradevole ed elegante finale. Abbinamenti: Vitello al curry, salsiccia in tegame e cavuliceddi.

Feudi del Pisciotto Collezione Vini Grandi Stilisti Italiani: FERRE’
Una vera sfida: Gewürztraminer e Sémillon in parti uguali per la creazione di questo passito veramente unico per la Sicilia. Le note intensamente aromatiche del Gewürztraminer si sposano perfettamente con l’eccellente struttura del Sémillon; il tutto è sorretto da una perfetta acidità.
Di perfetta acidità, questo vino presenta sapori dolci con sentori di frutta secca, miele e rosa. Ottimo con tutti i dessert e anche con i formaggi delicati.
Non solo vino… Feudi del Pisciotto Wine Relais accoglie i suoi ospiti nel verde più scintillante della natura. Un luogo dove riposo e silenzio sono le parole d’ordine, per ritrovare il lento scorrere delle giornate che la frenesia degli impegni spesso ci sottrae…(info@winerelaisfeudidelpisciotto.com)
Il Wine Relais Feudi del Pisciotto è in una posizione strategica per godere il meglio della Sicilia sud-orientale. Nell’armonia dei suoi spazi il contrasto fra antico e moderno rende unica l’atmosfera delle 10 camere/suite, ricavate nella parte abitabile del palmeto settecentesco più grande della Sicilia, dove si trovano ancora le vasche nelle quali, per caduta, i greci e i romani producevano vino. Ampi ed eleganti spazi living, una terrazza da cui si gode un panorama unico delle vigne, dalle quali nascono i vini con le etichette disegnate dai più grandi stilisti italiani (da Versace a Missoni, tutti i vini che hanno ottenuto i più alti rating dalle riviste e dalle guide internazionali). Una sala degustazione che emoziona per la vista delle barrique attraverso il pavimento di vetro trasparente.Dalla Toscana alla Sicilia - Sapori News

 

A 25 minuti da Caltagirone, da 3.000 anni capitale della ceramica; a 35 minuti dalla Villa Romana del Casale (Piazza Armerina) e dal nuovo aeroporto di Comiso e a un’ora da quello di Catania. A un’ora circa dal barocco di Noto e dai teatri greci di Siracusa.
Ultima nata, nel 2010, è infine Gurra di Mare, che proprio sul mare che guarda la Tunisia affaccia le proprie vigne, che lambiscono la spiaggia. Il sole, il vento e la corrente africana, rendono il vino prodotto da Gurra unico e particolare. Piccola per dimensioni, ma fedele al pari di tutte le altre aziende del gruppo e una filosofia produttiva vocata alla grande qualità. Gurra di Mare promuove un progetto di salvaguardia della pianta della palma finanziando la ricerca contro il punteruolo rosso, un vero e proprio flagello naturale per l’ecosistema siciliano. Sempre in Sicilia, ma stavolta in provincia di Agrigento, nel comune di Menfi, vicino a Porto Palo, l’antico porto di Selinunte, accanto alla riserva naturale delle foci del fiume Belice, è nata Gurra di Mare, la nuova azienda di Domini di Castellare di Castellina. Gurra è il nome locale con cui ci si riferisce a un piccolo corso d’acqua che sfocia in mare ed è uno degli elementi che più caratterizzano il paesaggio di questa zona della Sicilia, alla cui storia, ricca e varia, rende omaggio anche il nome del primo vino di Gurra di Mare: Tirsat, che in arabo significa scoglio (lo scoglio di Porto Palo, che ai tempi della dominazione araba si chiamava appunto Tirsat abi Tawr) Tirsat è un blend di Chardonnay e Viognier, per dare vita ad un bianco elegante, fruttato e molto armonioso.Dalla Toscana alla Sicilia - Sapori News

 

Quattro cantine che coprono uno spettro produttivo ampissimo, con il Sangioveto (così come giustamente Luigi Veronelli voleva che si chiamasse il Sangiovese di quella zona del Chianti dove si trova Castellina) che, pur declinato in modi diversi, veste il ruolo di vitigno principe, nobile e scorbutico, per le due aziende toscane e un attento mix di tradizione e vocazione internazionale, dal Nero d’Avola al Pinot Nero, per le due siciliane.

Quattro cantine quindi, così distanti e diverse fra loro, ma che condividono, tanto per cominciare, la proprietà di Paolo Panerai, giornalista ed editore di Class Editori, ma anche sincero appassionato di vino fin da quando mise tutto se stesso, insieme ai preziosi consigli di amici come Veronelli e il professor Attilio Scienza, per l’avvio dell’avventura di Castellare di Castellina nel 1977. Condividono anche il prezioso lavoro dell’enologo Alessandro Cellai, a Castellare dal 1997 e che da allora ha seguito ogni progetto che è nato successivamente, diventando oggi il vero motore di tutte le cantine del gruppo, più volte votato miglior giovane enologo dell’anno.
Quattro cantine che soprattutto condividono uno stile fondato sulla convinzione che il carattere d ogni vino non possa essere tradito in nome della rincorsa alla moda del momento. Un modo di trattare il vino che si è costituito innanzitutto nel rapporto con il Sangioveto di Castellare di Castellina. Un vitigno dal carattere irruento, spigoloso, ma capace di dare immense soddisfazioni se preso per mano per tirar fuori tutta l’eleganza e raffinatezza di cui è capace. Con questa stessa cura e attenzione per la personalità di ogni singolo vitigno, accompagnata alla volontà e al lavoro per farne emergere l’espressione più elegante, i vini di queste quattro cantine, che vanno dalla Toscana alla Sicilia sono diventati i più recenti e stanno diventando grandi nel mondo.Dalla Toscana alla Sicilia - Sapori News
Quattro aziende che hanno lo stesso staff commerciale, guidato da Andrea Cabib, con un’unica società di distribuzione, Dcc Domini Castellare di Castellina Distribuzione, dal nome della più antica delle aziende. Per offrire al mercato vini di grande eleganza dalle zone più prestigiose d’Italia.

Mariella Belloni