I dati della ricerca universitaria sugli effetti economico-sociologo-turistici della 66° Sagra del Peperone di Carmagnola confermano il successo della manifestazione

250.000 visitatori in 10 giorni di manifestazione, 2.630.200 Euro l’impatto economico sul territorio cittadino. Queste le cifre più rilevanti emerse dall’indagine intitolata “Effetti economici, sociologi e turistici della valorizzazione del patrimonio culturale Piemontese: il ruolo della Sagra del Peperone” e condotta, nel corso di Peperò – la 66° edizione della Sagra del Peperone di Carmagnola, dal team del dott. Giuseppe Attanasi, ricercatore confermato dell’Université de Strasbourg (Francia), Direttore del LEES (Laboratoire d’Économie Expérimentale de Strasbourg), docente a contratto presso il Dipartimento di Economia dell’Università Bocconi di Milano e dalla dott.ssa Valentina Rotondi, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha curato il progetto di ricerca in collaborazione con l’Universitat Jaume I di Castellón de La Plana (Spagna) – Laboratori de Economia Experimental e l’Associazione “Cultura è Trasparenza” di Soleto (LE).

L’indagine sociologica, condotta nel 2015 per il secondo anno consecutivo nel corso della kermesse del peperone, ha confermato la strategicità della manifestazione per l’economia locale e l’indotto legato al turismo e alla ricettività. I dati raccolti ed elaborati dal dott. Attanasi hanno posto in luce un ulteriore incremento delle ricadute positive sul territorio nel corso della 66° edizione della Sagra del Peperone svoltasi dal 28 agosto al 6 settembre 2015. I dati sono stati presentati giovedì 11 febbraio nel corso della conferenza stampa svoltasi presso la Sala Consiglio del Comune di Carmagnola, alla presenza del Sindaco, Silvia Testa, dell’assessore alle Manifestazioni del Comune di Carmagnola, Letizia Albini e del dott. Giuseppe Attanasi.

PEPERO’: una sagra del peperone da record - Sapori News

L’edizione 2015 della Sagra ha registrato un incremento di più di 50.000 presenze di visitatori, passate da 200.000 a 250.000 nei 10 giorni di manifestazione. A livello economico, l’impatto economico diretto è stato di 1.333.718 Euro, con un incremento di 120.000 Euro rispetto all’anno precedente, mentre l’impatto economico totale (diretto e indiretto) è salito dai 2.159.804 Euro del 2014 ai 2.630.200 Euro del 2015, con un aumento di circa 470.000 Euro rispetto all’anno precedente.

I dati confermano il valore della Sagra quale motore propulsivo per l’economia locale e le sue benefiche ricadute su tutto l’indotto. A fianco dei settori ricettivi e turistici che beneficiano in modo diretto della presenza dei visitatori sul territorio, si evidenzia ancora una volta il positivo impatto in termini di percezione della città e dei suoi abitanti.

505 i questionari sottoposti quest’anno dai dieci rilevatori selezionati tra gli studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore Baldessano-Roccati di Carmagnola ad un campione rappresentativo dei 250.000 visitatori che hanno partecipato alla 66° edizione della Sagra.

Anche quest’anno è confermata l’elevata età media del campione (il 50% degli intervistati ha più di 40 anni, il 65% più di 30), che si presume debba essere ricollegata al genere di offerta culturale proposta dagli eventi rientranti nella classificazione delle “Sagre enogastronomiche”.

Per quanto concerne la provenienza dei visitatori, la metà degli intervistati risiede a Carmagnola, l’11,5% risiede nel capoluogo Torinese, il 22% in provincia di Torino, il 9% nelle altre province piemontesi, il 2,3% proviene da altre regioni d’Italia mentre il 3,2% risiede all’estero, in particolare in Germania, Svizzera, Francia, Inghilterra, Moldova e Ucraina. Si evidenzia perciò ancora un lieve incremento dei visitatori provenienti dall’estero, che conferma la capacità attrattiva della Sagra del Peperone di Carmagnola, che si fregia della qualifica di Manifestazione Fieristica di Livello Nazionale da ormai cinque anni.

Il dato è ancora più indicativo dell’attrattiva della Sagra del Peperone se si considera che il 77% dei turisti piemontesi, non residenti nella provincia di Torino, il 92% dei turisti provenienti da altre Regioni e l’88% dei turisti stranieri non è originario di Carmagnola. Il turismo della Sagra dunque, non è un “turismo di rientro” ma gode di una propria specifica attrattività.

La Sagra si caratterizza inoltre quale attrattore di nuovi utenti del territorio: ben il 34% degli intervistati non residenti a Carmagnola e il 73% dei turisti stranieri dichiara di aver partecipato per la prima volta alla Sagra del Peperone nell’anno 2015: il dato evidenzia che nonostante i suoi 66 anni, l’evento ha delle caratteristiche tali da risultare attrattivo per nuovi utenti e conferma che il piano di comunicazione adottato dagli organizzatori ha premiato in termini di raggiungimento e coinvolgimento di un pubblico sempre più vasto. Sotto il profilo della comunicazione è interessante anche evidenziare che il 70% degli intervistati ha accolto con favore la scelta di “Peperò” quale nuova denominazione identificativa della kermesse.

Il 24% degli utenti frequenta la Sagra perché rappresenta una tradizione, il 15% per l’offerta gastronomica, il 20% per curiosità. Il giudizio sulla Sagra è molto positivo: l’85% degli intervistati vive la sagra come manifestazione tradizionale e per il 74% è un evento culturale.

Elemento caratterizzante della manifestazione risulta essere la percezione della Sagra quale “evento di massa” (lo è per l’80% degli intervistati) di “elevata qualità artistica” (rilevata dal 70% del campione). Il dato è significativo considerando che ricerche condotte su altri eventi simili hanno evidenziato che più la percezione di una manifestazione si sposta verso l’idea di un evento di massa, tanto più la percezione della qualità dello stesso tende a diminuire. La Sagra del Peperone invece va in controtendenza, rimanendo percepita quale evento di elevata qualità nonostante la connotazione di evento di massa.

L’analisi dei dati ha evidenziato inoltre che il 93% degli intervistati parteciperebbe comunque alla Sagra anche se non vi prendessero parte ospiti di livello nazionale/internazionale mentre solo il 66% parteciperebbe se non vi fossero le piazze enogastronomiche. Il dato conferma quanto già rilevato l’anno precedente, a dimostrazione che il cuore pulsante della Sagra rimane la componente culinaria ed enogastronomica.

Gli elementi più apprezzati della Sagra sono le aree enogastronomiche e la Piazza dei Sapori. L’offerta gastronomica è ritenuta soddisfacente dal 95% degli intervistati (+ 5% rispetto al dato rilevato nell’anno 2014), in particolare per la qualità e varietà dei prodotti disponibili.

Per quanto riguarda l’offerta artistica, i dati evidenziano che la scelta di offrire spettacoli artistici di diverso genere sia la scelta più opportuna vista l’eterogeneità dell’audience della Sagra.

L’Assessore alle Attività Produttive, Manifestazioni e Agricoltura della Città di Carmagnola, Letizia Albini ha evidenziato che “i dati della ricerca confermano ancora una volta il ruolo trainante della Sagra del Peperone per l’economia carmagnolese. Nonostante i suoi 66 anni la Sagra non mostra segni di stanchezza ma, ancora una volta, conferma che il territorio carmagnolese può ottenere grandi risultati dalla sinergia tra attori pubblici, privati, imprenditori, agricoltori, commercianti e associazioni. La Sagra ogni anno si rinnova, cresce e si trasforma in un evento di rilievo sempre maggiore ma non perde la propria identità, il proprio cuore costituito dal Peperone, dall’offerta gastronomica e delle eccellenze del territorio”.

L’Assessore Albini prosegue:”In Italia gli studi sugli impatti economici degli eventi culturali non sono così frequenti e radicati come all’estero, ad esempio la prima valutazione scientifica applicata al festival di Edimburgo risale al 1976. È auspicabile che si ricorra sempre più all’applicazione di queste ricerche la cui diffusione migliorerebbe l’accuratezza e l’affidabilità della metodologia di ricerca..

Mi voglio riconoscere il merito di aver considerato per la prima volta la Sagra del Peperone sotto un profilo economico e sociale, come si fa sostanzialmente con le imprese private, trasformando Carmagnola in un laboratorio di economia sperimentale.

Questo tipo di indagine non è un esercizio fine a se stesso ma ci consente di raggiungere almeno tre scopi: 1) in primo luogo una valutazione oggettiva dell’evento, fondamentale nelle scelte strategiche di pianificazione delle risorse; 2) in secondo luogo, i risultati delle analisi diventano essi stessi comunicazione dell’evento, strumento di marketing territoriale utile non solo per attivare una comunicazione con i cittadini e stimolare un loro maggiore coinvolgimento, ma anche per avere dati utili da sottoporre agli interlocutori economici, agli sponsor; 3) in terzo luogo rappresentano un controllo progressivo del raggiungimento degli obiettivi, che consente di definire gli investimenti, di identificare gli errori e di apportare migliorie.

Il rapporto fotografa in modo corretto e coerente quello che è la sagra e cioè un’esperienza complessa che richiama in primo luogo la tradizione e l’enogastronomia della città, che nel corso degli anni si sta arricchendo di elementi capaci di coinvolgere in modo personale il visitatore. La Sagra si evolve strutturalmente, in relazione alle nuove tendenze e al contesto economico difficile degli ultimi anni.

Il passo successivo dovrebbe essere quello di insistere maggiormente sul profilo turistico della città, che deve essere considerata contenitore turistico-culturale in grado di valorizzare il proprio potenziale di crescita”