Si è da poco conclusa la 17º edizione delle Giornate altoatesine del Pinot nero, che ha trasformato i due piccoli centri di Egna e Montagna nella Bassa Atesina nella capitale italiana del vitigno che più di ogni altro affascina i produttori.
L’evento, che ha debuttato nel 1999, è l’unica manifestazione capace di raccogliere e proporre in degustazione una panoramica della produzione italiana a confronto con il resto del mondo. A partire dal 2002 le produzioni italiane, aderenti all’iniziativa, sono state messe in competizione con un Concorso nazionale per stabilire quale sia la migliore. La 14° edizione del 2015 ha proposto un confronto serrato fra sessantanove etichette del 2012. Sin dal 2002 l’intento degli organizzatori non è quello di premiare un ottimo vino rosso, quanto piuttosto di individuare fra tutti i concorrenti l’interpretazione che maggiormente esprime il suo territorio d’elezione.
Il podio del 14º Concorso nazionale del Pinot nero d’Italia è stato di:
- Cantina Girlan, Pinot Nero Riserva Trattmann Mazzon – con un punteggio 89,9/100
- Castelfeder, Pinot Nero Riserva Burgum Novum – con un punteggio 88/100
- Cantina Andriano, Pinot Nero Riserva Anrar – con un punteggio 87,8/100
Seguono a ruota, tutte racchiuse entro soli tre punti di distacco, le altre 8 cantine che hanno raggiunto le prime dieci posizioni. Il Concorso, le cui degustazioni si sono tenute quest’anno nel mese di marzo a Montagna in provincia di Bolzano, ha visto in gara 69 Pinot neri, da 9 ragioni italiane, valutati da una severa giuria composta da 38 degustatori scelti fra enologi, operatori e stampa del settore vitivinicolo, suddivisi in 19 tavoli da due persone. Due intense giornate di assaggi, coordinate da Ulrich Pedri del Centro Sperimentale Laimburg, la struttura che ha ideato il metodo di degustazione applicato: ogni gruppo ha espresso un giudizio per ogni vino degustato, i 19 giudizi sono stati elaborati da un computer, e i vini con un punteggio superiore agli 80 punti sono stati sottoposti ad una seconda degustazione il giorno successivo, per stabilire il vincitore di questa edizione.
Il Pinot nero Riserva Trattmann Mazzon della Cantina di Cornaiano (Girlan) vincitore anche della passata edizione con questa affermazione ribadisce l’importanza del territorio di provenienza delle uve, ovvero l’unicità del cru altoatesino per questo vitigno, collocato sulle colline di Mazzon, sovrastante il comune di Egna sulla sinistra idrografica della Val d’Adige. La sapienza e l’esperienza di un enologo di notevole sensibilità come Gerhard Kofler hanno poi permesso al vino di esprimersi ad alti livelli di piacevolezza ed eleganza.
Castelfeder azienda a conduzione familiare che da anni lavora assai bene, il cui giovane enologo Ivan Giovanett dimostra, nel Pinot nero Riserva Burgum Novum, di saper far esprimere con pienezza le uve dei bei vigneti esposti a Sud-ovest posizionati sulla collina di Gleno di fronte al Castello di Kaldiff.
Terza si piazza la Cantina di Andriano, storica realtà altoatesina e prima cantina sociale dell’Alto Adige, fondata nel 1893; ora coordinata dalla più grande Terlano. Un Pinot nero Riserva, l’Anrar, che riscuote consensi unanimi e che, insieme al Montigl piazzatosi al 6° posto, dimostra le capacità del kellermeister Rudi Kofler, in grado di piazzare due Pinot neri da lui creati fra i primi 10 in Italia. Da questa classifica 2015 nascono alcune considerazioni sul vitigno Pinot nero in Italia.
In primis, si riconferma l’importanza fondamentale del microclima e dell’altitudine dei vigneti quale elemento decisivo nella definizione dei requisiti vincenti per il vitigno, basti pensare non solo all’ennesima buona prova del Faedi di Bellaveder, proveniente dalla fascia collinare medio-alta che si stende nei pressi dell’Istituto di San Michele all’Adige in provincia di Trento con il 9° pari merito con il Pinot nero Zeno della Cantina Meran, ma anche all’affermazione di Gummerhof-Malojer al 4° posto e della Cantina sociale di Bolzano al 7°, che coltivano il Pinot nero sulle alte colline sopra la città di Bolzano. Al 5° la cantina Colterenzio con il Pinot nero St. Daniel, al 8° Tiefenbrunner con il Pinot nero riserva Linticlarus, al 10° il Pinot nero Sanct Valentin della Cantina San Michele Appiano unico vino non riserva.
Un secondo punto da sottolineare riguarda l’assenza fra i primi di alcuni affermati produttori storici di Pinot nero, che hanno ceduto il posto a giovani realtà e a capaci enologi che, grazie all’impegno profuso sul difficile vitigno, riescono a ragione a giocare delle ottime carte per la vittoria.
Peter Dipoli, figura di spicco del vino altoatesino e fra i fondatori del Concorso e delle Giornate del Pinot nero, afferma “Le uve del Pinot nero di nobile provenienza sono come giovani atleti, pieni di talento e potenzialmente capaci di ottime prestazioni, ma sta al buon allenatore, quindi all’enologo, portarle alla vittoria, ovvero far sì che esprimano appieno le loro capacità”.
Infine, il ristretto range di punti, da 84,8 a 89,9, entro il quale si sono piazzate tutte le prime undici cantine e allo stesso tempo l’innalzamento della media punteggi (nel 2014, il primo aveva ottenuto uno score di 87/100) prova quanto l’annata 2012 conferma il suo valore, ma soprattutto dimostra che il Pinot nero cresce in qualità.
La consueta degustazione ai banchi d’assaggio di domenica 17 e lunedì 18, è stata preceduta sabato 16 maggio da una verticale d’eccezione dei Pinot nero di Daniel Gantenbein, prestigioso produttore svizzero, che ha riscosso molto successo.
Particolarmente apprezzati gli altri appuntamenti in programma come la degustazione guidata dei Pinot nero della regione tedesca di Pfalz (Palatinato), regione ospite del 2015 con ben 9 produttori presenti e poi il seminario tecnico sugli “stili di vinificazione del Pinot nero” tenuto da Guillaume Le Bras, enologo consulente del laboratorio IOC – Institut Oenologique de Champagne di Mellecey in Francia, molto seguito da enologi, enotecnici e giornalisti.
Ai banchi d’assaggio allestiti a Egna, i visitatori hanno potuto assaggiare 100 Pinot nero dell’annata 2012 confrontando i 69 italiani e i 31 stranieri fra di loro. Fra i molti paesi rappresentati vi erano Austria, Belgio, Olanda, Svizzera, Romania e poi Nuova Zelanda, Sud Africa, Argentina, Cile e Oregon.
L’annata scelta per il confronto di quest’anno, la 2012, è considerata un’eccellente annata. Si è rivelata quindi impresa interessante, anche se non certo facile, porre a confronto i Pinot nero della Borgogna con tutti gli altri; i primi ovviamente in grado per ora solo di far presagire il loro potenziale, i secondi invece più pronti e già capaci di dare soddisfazione ai degustatori. Grandi consensi anche intorno ai tre migliori classificati del Concorso nazionale, che di anno in anno permette ad ogni appassionato di misurarsi con se stesso durante gli assaggi, stabilendo il suo podio ideale.