«Nel mondo del grande vino – ha detto Enzo D’Alessandro in occasione dell’anteprima Vitigno Italia all’Hotel Excelsior di Napoli – presentiamo oggi i cru di Nucillo ‘E Curti 2014: Vesuvio, Positano, Cilento, Alto Casertano e il cru Taurasi, che va in produzione per la prima volta.

Il concetto del terroir viene, dunque, applicato alla liquoristica tradizionale per esaltare un prodotto artigianale, apprezzato in tutta Italia come prodotto di eccellenza, lasciando invariata la qualità delle noci, che viene chiamata juglans regia, più nota come “noce di Sorrento”».

Gradazioni alcoliche diverse, giorni di raccolta diversi e territori differenti danno vita a svariati prodotti, immediatamente percepibili prima per il colore e poi al naso e al palato. Il nucillo, «che – affermava Eduardo De Filippo – per quella “u” al posto della “o” possedesse un quarto di nobiltà»,  è realizzato da ‘E Curti (www.ecurti.it) con tecniche squisitamente artigianali secondo un’antica tradizione, che proviene dagli zii di Enzo, Luigi e Antonio Ceriello, due fratelli di Sant’Anastasia che, attraverso i loro viaggi circensi, acquistarono una grande conoscenza di vini delle varie regioni italiane.

Fu nel ’52 che i due fratelli nani rilevarono sempre a Sant’Anastasia un’osteria di uno zio monaco. Ed è proprio nell’osteria omonima, che quest’anno festeggerà i suoi primi ottanta anni, che si cominciò a produrre il liquore.  «I malli delle noci come da tradizione – continua Enzo D’Alessandro – vengono colti, a cavallo del 24 giugno, a mano da piante selezionate in tutta la regione. Vengono acquistate duecento piante, ma ne vengono utilizzati i frutti solo di quarantacinque, il resto servirà per la produzione dei cantuccini, che ben accompagnano il liquore. Vesuvio è il cru più importante, mentre a Capri e ad Ischia quest’anno non è stato possibile raccogliere noci adatte alla preparazione del nostro liquore».

La ricetta segreta, ha solo tre spezie: chiodi di garofano, noce moscata e cannella, che si mettono a macerare al sole, in damigiane di vetro verde, nell’alcool con i malli delle noci tagliate a spicchi. La stessa ricetta viene tramandata per generazioni solo «alle femmine di casa, perché i maschi sono tutti bocche aperte», continua D’Alessandro, il quale rivela qualche segreto della produzione… «Ho saccheggiato il corredo di zia Assuntina, zitella per sua scelta, e ho utilizzato i teli d’Olanda per fare i filtri in quanto quelli di acciaio conferiscono al prodotto un sapore diverso». La produzione del nucillo, iniziata da Enzo nella zona vesuviana si attesta su trentamila bottiglie all’anno.

In degustazione all’Anteprima Vitignoitalia, insieme ai cinque cru di nucillo, è stato offerto il Panettone di “Casa Santini”, non ancora in vendita in quanto frutto di un progetto artigianale dei coniugi Marcello e Rita Santini di Bacoli (Na), che insieme portano avanti una filosofia di ristorazione, presso il ristorante del Lido Turistico, basata sul recupero delle colture tradizionali delle materie prime. Rita Martino Santini è la pasticciera di casa: formatasi alla scuola del maestro panificatore Piergiorgio Giorilli, si cimenta da qualche anno sui lievitati con buoni risultati. Il suo panettone è lavorato secondo la tradizione, con lievito madre, farcito di uvetta e canditi di agrumi siciliani e cotto nel forno di famiglia alimentato con legna di castagno che conferisce al panettone di Casa Santini un aroma unico che lo distingue dagli altri panettoni artigianali.

Ci auguriamo che i nostri “Santi(ni)” consentano presto a tutti di provare questa stupenda leccornia paradisiaca!

 

Harry di Prisco

Panettone Santini e nucillo ‘E Curti all’anteprima di Vitignoitalia - Sapori News

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