A Grangusto di Napoli è tutto un fiorire di iniziative all’insegna della qualità e della professionalità. Si tratta di un unico grande spazio dove poter mangiare, acquistare, conoscere e parlare del cibo in modo tale che cultura e piacere siano un tutt’uno.
La location è perfetta, collocata su due piani nel cuore pulsante della city economica, a Via Marina, di fornite al porto di Napoli e a ridosso del centro storico.
Ci chiediamo, solcando le ampie porte d’ingresso, che da una parte portano alla caffetteria al piano terra, mentre al primo piano si accede al ristorante e dall’altra parte al Mercato Gastronomia d’eccellenza, che cosa può mancare a questo “Paradiso” dell’alimentazione! Niente è presto detto. Ce n’è per tutti i gusti e possiamo anche dire per tutte le tasche, anche perché da un po’ di tempo a questa parte a “Grangusto” (www.gran-gusto.it) vengono curate iniziative scontistiche rivolte al sociale. Ne è un esempio l’aver lanciato in primavera la “gold card per i pensionati, una carta sconto del 20% valida tutti i mercoledì, che a tutt’oggi conta 700 card sottoscritte, un numero che è in costante crescita. Meta dei buongustai è naturalmente il Ristorante Gourmet che si avvale delle “mani d’oro” del giovane chef, Giovanni Vanacore, forte di un’esperienza di tutto rispetto conquistata sul campo all’Hotel Romeo che non a caso è a pochi passi dalla struttura ristorativa. Arriva il nuovo chef a “Grangusto” e la cucina si anima, arricchendosi di ricette nuove e semplici ma che hanno alla base il segreto di essere preparate con gli ingredienti di alta qualità che fornisce “mamma supermercato”.
Il pane portato a tavola è appena sfornato e proviene dall’antica arte della panificazione che utilizza, nel caso di Grangusto, tronchetti biologici di puro faggio. Le farine sono lavorate con lievitazioni lunghe, a bassa temperatura, così da consentire una perfetta maturazione del glutine ed una rapida digeribilità e tutto questo in pieno rispetto della dieta mediterranea.
Coccolati da una brigata di sala molto competente, guidata dal maitre, Pietro Cacciapuoti e dal sommelier dell’AIS, Domenico Russo, fiero di poter consigliare le migliori etichette (al centro commerciale ce ne sono ben 1.800 e c’è anche la stanza refrigerata a 16 gradi dove si possono trovare champagne e i “grandi” vini) da esperto nel campo, con la supervisione del direttore, Luigi Esposito, entriamo nel tempio della gastronomia di qualità, garantita sia a pranzo che a cena sette giorni su sette.
La sala è spaziosa e arredata con gusto e non manca l’angolo dedicato alla pizza e naturalmente la cucina a vista, a cui si accede, come ad uno scrigno dei desideri, passando attraverso una parete colo rosso porpora che riporta ben in evidenza una significativa frase di James Joyce “Dio fece il cibo, ma certo il diavolo fece i cuochi”. A proposito di frasi celebri, anche l’angolo dedicato al forno della pizza riporta un’altra frase celebre, che ben si sposa con le pizze sfornate dalle mani esperte del pizzaiolo Ciro Di Bello. “Peppiniello quelle pizze diventano due!” è tratto da “Miseria e Nobiltà” del principe della risata in arte Totò.
Sono programmate con il cambio delle stagioni serate a tema e con l’avvento dell’estate Grangusto è il suo staff di cucina ha presentato “In attesa del solstizio d’estate”. Sulle tavole imbandite: branzino marinato con salsa agli agrumi ed insalatina di campo; mezzi paccheri con gamberi al profumo di limone (in abbinamento il trebbiano d’Abruzzo); il dentice su scarola ripassata con salsa all’anice stellato, servito con il Blanc de Morgex “Rayon” e per finire una delicata mouse al cioccolato con coulis ai frutti rossi che ben si abbinava alla “Zagara” moscato d’Asti Marchet di Barolo.
Harry di Prisco