Fiere di Parma ha organizzato un forum internazionale sulla specificità del modello alimentare italiano e sugli scenari evolutivi dei mercati esteri: Cibus Global Forum,  in attesa della grande fiera espositiva Cibus, che si terrà nel maggio 2104.

Al convegno interverranno, imprenditori, ricercatori, storici dell’industria e dell’alimentazione, economisti e statistici, protagonisti dell’industria e della distribuzione internazionale, specialisti dell’ICE, rappresentanti delle istituzioni.

Tra i temi che verranno trattati l’unicità del modello alimentare italiano, l’evoluzione del Made in Italy alimentare italiano, le sue performance economiche e il suo posizionamento sui mercati esteri, le best practice per crescere fuori dall’Italia, il contesto distributivo e quello normativo nei mercati consolidati e in quelli emergenti, la percezione che i nostri consumatori hanno all’estero del Food italiano.

L’iniziativa è stata presentata nei giorni scorsi in una conferenza stampa a Milano cui ha partecipato, tra gli altri, il Presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua Magliani, che ha detto: “Ormai 1 prodotto alimentare su 5 finisce sui mercati esteriuna fetta di valore che, l’anno scorso, ha sfiorato i 25 miliardi di Euro  e prova che, complice la recessione dei consumi interni, l’export rappresenta una delle più importanti valvole di sfogo e di redditività per il settore alimentare. E al +7% del 2012 fa seguito il +12% dei primi due mesi del 2013.”

In particolare, secondo Federalimentare, il 2012 segna la ripresa del mercato USA e l’affermazione di nuovi sbocchi extracomunitari, come Paesi Arabi e Estremo Oriente, dove il nostro export ha toccato punte del +42% . Per assicurare al settore spazi significativi di espansione in questo nuovo scenario, è fondamentale il sostegno promozionale del sistema fieristico.

Crediamo profondamente in Cibus  – ha aggiunto Ferrua Magliani – e siamo certi che il 2014 riconfermerà qualitativamente e quantitativamente le ottime performance registrate in passato. Federalimentare festeggerà quest’anno il suo trentesimo anniversario e da ben 28 anni è legata alle Fiere di Parma attraverso il marchio Cibus, la cui prima edizione risale appunto al 1985, quando si tenne a Parma il 1°Salone dell’Alimentare italiano.”

Sull’utilità delle fiere per favorire il dialogo tra distribuzione estera e aziende alimentari  è intervenuto Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere di Parma: “Le fiere leader, che grazie alla crisi si stanno consolidando, restano strumenti fondamentali per presidiare e sviluppare i diversi mercati. E questo è il caso di Cibus sull’agroalimentare che ha scelto un posizionamento distintivo: essere l’appuntamento più importante al mondo per conoscere e capire i gioielli del nostro Made in Italy alimentare attraverso un percorso non solo fieristico ma esperienziale sul territorio. Per prepararlo al meglio ogni due mesi organizziamo insieme ai nostri espositori dei Market Check nei mercati obiettivo a margine delle fiere leader di quei mercati; praticamente organizziamo delle visite guidate ai format distributivi di riferimento “guidati” da retailer e importatori locali. Sono ormai appuntamenti fondamentali per confermare il ruolo di Cibus e gestire una relazione efficace con i clienti chiave dei nostri espositori. Negli ultimi 6 mesi abbiamo organizzato Cibus Market Check a Shanghai, Mosca e Tokio; ci attendono Bangkok, New York e San Paolo nel prossimo semestre”.  

Cellie ha anche illustrato come Cibus sta collaborando con le fiere alimentari estere: “Sull’opportunità di puntare su Fiere Consolidate, evitando di sviluppare nuove e rischiose avventure fieristiche all’estero, è arrivata una importante conferma dal successo del Cibus & Anuga Thaifex: insieme ai nostri partner di Koln Messe abbiamo in soli dodici mesi consolidato la leadership della fiera di riferimento dell’ASEAN trasferendo vantaggi e visibilità ai nostri clienti/espositori. I nostri soci sono le industrie alimentari italiane che tramite Federalimentare posseggono il 50% di Cibus; una piattaforma marketing consolidata per reputazione e prospettive che intendono usare sempre più e meglio per accelerare il loro processo di internazionalizzazione”.  

In un processo di specializzazione e di focus progressivo sulle competenze, Fiere di Parma vede il proprio sviluppo strategico: “Abbiamo grande rispetto per le fiere italiane che in questi anni hanno saputo, come noi, concentrarsi sulle loro core competence, spesso distrettuali, consolidando e sviluppando i loro prodotti fieristici di successo – ha detto Franco Boni, Presidente di Fiere di Parma –  Consideriamo best practice, anche a livello internazionale, alcune manifestazioni create e gestite in Italia dalle associazioni di settore. Le fiere leader come Fiere di Parma devono anche essere disponibili a contribuire ad una razionalizzazione del sistema fieristico, ma nel rispetto delle realtà operanti nei territori e cercando di tutelare e valorizzare risorse umane e professionalità operanti nelle organizzazioni. Il perdurare della crisi interna impone alle fiere italiane di usare conoscenza e reputazione in chiave export per ottimizzare le risorse, calanti, dei loro espositori; infatti in un contesto fortemente competitivo chi non sviluppa alleanze e insiste su nuovi e costosi progetti in mercati lontani rischia di appesantire i suoi bilanci e ritardare una virtuosa internazionalizzazione delle imprese italiane, nelle Fiere già consolidate”.

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