Son trascorsi solo due anni da quando  Pacifico ha portato la grande cucina peruviana in Italia, riscuotendo un successo che affonda le sue radici nel passato delle tradizioni sudamericane, rivisitate con grande creatività.  

Prima a Milano, nell’elegante locale di via San Marco, angolo via Moscova, aperto nel 2015. e dalla primavera 2016 a Roma, nel suggestivo spazio all’interno di Palazzo Dama, in Lungotevere Arnaldo da Brescia 2. Due ristoranti che si trovano ai vertici delle guide italiane, per quanto riguarda la cucina etnica, ma che soprattutto hanno trovato il riscontro del pubblico.

Pacifico porta in Italia la varietà della migliore cucina peruviana - Sapori News

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E’ questo che ha convinto Jaime Pesaque, corporate-chef di Pacifico e uno degli ambasciatori della cucina peruviana nel mondo, a rinnovare l’impegno. “Il favore degli appassionati italiani e i margini di sviluppo del brand mi hanno spinto a una maggiore presenza nei due locali, rispetto alle prime stagioni. E quindi ho curato in modo approfondito i nuovi menu e studiato nuove iniziative, in pieno accordo con il gruppo che gestisce Pacifico” spiega Pesaque.
Da qui la nuova carta per i due Pacifico, dove i migliori ceviche, simbolo della cucina peruviana – sono a fianco delle raffinate espressioni nikkei – cucina che incrocia le tradizioni locali e la tecnica giapponese – quali i tiradito e i dim sum, ideali anche per un aperitivo. Poi ecco gli stuzzicanti anticuchos – gli spiedini tipici – e gli especiales come il lomo (filetto di vitello) o la causa, piatto a base di patate e pesce che Pesaque ha genialmente rivisitato.
La grande materia prima – il Perù è considerato dagli esperti un vero paradiso per la ricchezza e la varietà dei prodotti – e la capacità tecnica rendono originale ogni proposta, anche quella dolce.Pacifico porta in Italia la varietà della migliore cucina peruviana - Sapori News

Un’eccellente cantina di vini italiani e una lista di cocktail, spesso a base di Pisco – l’acquavite peruviana – esaltano i piatti nel pairing. “Il nostro obiettivo è far conoscere la nostra grande storia culinaria, in maniera contemporanea” conclude Pesaque, un grande chef che impareremo a conoscere ancora di più.

,,  il più internazionale tra gli chef peruviani

E’ considerato il vero ambasciatore della cucina peruviana, grazie alla presenza di ristoranti in tutto il mondo. Tutto è nato al Mayta di Lima, luogo in cui lo stile innovativo di Jaime Pesaque si è pienamente espresso, a partire dal 2010. Qui ha ‘riscritto’ la cucina peruviana, fondendo gli ingredienti unici del suo Paese con le tecniche all’avanguardia, perfezionate in tanti anni di esperienze lontano dalla patria. Soprattutto in Italia e in Spagna, con un passaggio anche al mito El Celler de Can Roca prima di tornare a Lima per avviare la propria attività. In sette anni ha creato un piccolo impero: attualmente è executive chef dei Pacifico a Milano e Roma, del secondo Mayta e di Tupac a Dubai, del terzo Mayta a Hong Kong, dei tre Suviche di Miami, del Nuna a Punta del Este (Uruguay), del Tiradito a Madrid, del Raymi a New York e ancora del Piscoteket a Oslo.
Pesaque spiega così il successo dei tanti locali. “I prodotti sono buoni e in parte inediti, quindi c’è anche la curiosità della scoperta. Ma soprattutto, è una cucina tipica, ricca di influenze: basti pensare solo a quanto ci ha dato il Giappone che ha portato alla nascita della cucina nikkei. Inoltre, sono da sempre attento alla possibilità di ‘contaminare’ i piatti con i prodotti delle aree dove ho i ristoranti e questo aiuta a migliorarsi costantemente, come si vede anche nei due Pacifico che mi stanno regalando grandi soddisfazioni. Gli italiani da un lato sono molto legati alla tradizione e in media sono più competenti sul cibo rispetto a tanti europei o agli americani. Ma quando scoprono che un piatto straniero è buono, ben realizzato con materie prime di qualità e fresche, diventa loro patrimonio. Così è stato in particolare per il ceviche ma anche per altre ricette. E’ anche per questo che ho deciso di intensificare la mia presenza in Italia”