Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore spumante DOCG, prodotto esclusivamente nelle colline di Conegliano Valdobbiadene a partire dal vitigno Glera ha proposto, dopo una presentazione del suo straordinario contesto, una degustazione di cinque espressioni diverse per millesimo e residuo zuccherino, seguita da originali abbinamenti musicali proposti dal Sound Sommelier Paolo Scarpellini che ha selezionato altrettante composizioni musicali in abbinamento a ogni vino. 

Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG e un’originale degustazione in musica - Sapori News

Innocente Nardi Presidente del Consorzio di Tutela

A introdurre e presentare il territorio il Presidente Innocente Nardi, a introdurre le cinque aziende della degustazione Giorgio Rinaldi delegato AIS di Como. La zona di produzione nei comuni di Conegliano, San Vendemiano, Colle Umberto, Vittorio Veneto, Tarzo, Cison di Valmarino, San Pietro di Feletto, Refrontolo, Susegana, Pieve di Soligo, Farra di Soligo, Miane, Follina, Valdobbiadene e Vidor ha vigneti da est a ovest con le “cordonate” (termine che definisce gli impianti per lo più disposti su terrazzamenti, ndr) da sempre rivolti verso sud. Le altitudini che vanno da 100 a 500 metri s.l.m. danno caratteristiche specifiche ai vigneti. In totale gli ettari vitati sono 3.500, con 3.000 viticoltori, 182 aziende che spumantizzano e che impiegano 5.000 persone escluso l’indotto. Gli ettari boschivi, esposti a nord, sono 7.000 con inframmezzati da siepi e prati che rappresentano biodiversità e specificità. Nel contesto del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg ci sono 43 “Rive” che evidenziano la peculiarità del prodotto.

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Consorzio di Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene (Ph Arcangelo Piai)

Un territorio che quest’anno è stato candidato all’Unesco per la capacità dell’uomo di interpretare il territorio, per l’azione del Consorzio nel proteggerlo, per la sua sostenibilità, sia economica che ambientale, e non ultimo per fare conoscere le sue straordinarie peculiarità. Indubbiamente Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ha dato un contributo importante alla candidatura dell’area del Prosecco Valdobbiadene Superiore. Un’area che si trova a circa 50 chilometri da Venezia e a 100 dalle Dolomiti di Belluno.
Conegliano ha colline con declivi più dolci, un terreno in genere più coltivato e profondo con argille. Valdobbiadene è contraddistinta da pendenze spesso anche di più del 50% che richiedono operazioni in vigna dalla potatura allo sfalcio, alla vendemmia totalmente a mano. Una recente stima considera che sono necessarie dalle 600 alle 800 ore di attività manuale per ogni ettaro a Valdobbiadene contro la media di 150 ore circa per ettaro l’anno in pianura.
E’ datato 1876 la prima scuola enologica italiana, seguita nel 1923 dalla Stazione Sperimentale di Viticoltura di Conegliano. Nel 1967 è attuata la conversione a Istituto Sperimentale per la Viticoltura, nel 1999 è stato istituito il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA) in cui nel 2004 l’Istituto Sperimentale per la Viticoltura è confluito. Ora il CRA VIT che svolge studi sulle tecniche di conservazione, di propagazione, di coltivazione e di protezione fitosanitaria della vite, con particolare riguardo alle interazioni tra metodi di produzione e qualità dell’uva e del vino ha 40 ricercatori che permettono di avere un circolo virtuoso tra sapere, ricerca e fare.
Il Prosecco di Valdobbiadene Superiore DOCG e le sue diverse tipologie, da brut a extra dry, a dry, sono prodotte in 90 milioni di bottiglie di cui il 41% è esportato nel mondo.

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Grappolo di uva Glera

La degustazione che segue evidenzia come il suolo di tipo dolomitico con calcare e magnesio è idoneo alla coltivazione dell’uva glera, le temperature con sbalzi termici tra il giorno e la notte e una buona quantità di precipitazioni consentono di raccogliere uve mature con buoni precursori aromatici, un’alcolicità contenuta.
La degustazione delle cinque etichette è esordita con il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Brut Dosaggio Zero 2016 di Col Vetoraz. Il nostro assaggio ha esordito un perlage fine, una tonalità giallo paglierino e, al naso, con note fruttate di mela annurca, di pera, un soffio agrumato di pompelmo rosa seguito a una leggera nota floreale di rosa. Il soso elegante ha una bella freschezza, una sapidità presente, un retro gusto dalla leggera nota amaricante di pompelmo, che ritroviamo, un assaggio decisamente piacevole da tutto pasto. “Un vino gentile – commenta Paolo Scarpellini – ma rigoroso, determinato ma allo stesso tempo vellutato, misurato e senza troppe smancerie. In abbinamento, una cantante italiana che possiede tutte queste caratteristiche Fiorella Mannoia che interpreta nel suo personalissimo stile, in questo caso con arrangiamenti bossa nova, un evergreen di Lucio Battisti “Una giornata uggiosa”. La voce chiara della Mannoia riflette invece la tinta giallo paglierino, mentre gli assoli di flauto ricordano gli aromi floreali che questo vino sprigiona al naso, soprattutto di rosa. I vari interventi di tastiere quindi sposano bene le note fruttate, in particolare di mela annurca e pompelmo rosa. Il ritmo invece, elegante e intrigante allo stesso tempo, fa rima con la freschezza e il tono sobrio del bicchiere, insieme secco e vellutato. Il testo infine, cioè il sogno di un’altra vita rispetto alla “Brianza velenosa”, ci fa percepire alla mente e al palato una netta nota di amaro del pompelmo rosa”.
Il secondo vino Ius Naturae Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Brut di Bortolomiol era biologico e non millesimato. Con un lieve residuo zuccherino di 10 grammi litro aveva un colore dai riflessi giallo paglierino, lievi note fruttate di pera, banana, frutto della passione, una sensazione agrumata di lime e bergamotto, poi floreale di rosa delicata e minerale. L’assaggio è stato dapprima fragrante, con un ottimo equilibrio tra freschezza e acidità, una bella persistenza. “Qui l’abbinamento – spiega Paolo – è stato dettato in primis dalla totale presenza femminile a capo dell’azienda vinicola, ma anche dalla particolare attenzione di queste donne al biologico e ai valori della natura. Quindi, ecco un brano Ambient-etnico come “Sweet Lullaby”, ideato ed eseguito nei primi anni ’90 dai francesi Deep Forest, una ninna nanna da madre a bambino, presa in prestito dalle tradizioni degli indigeni che abitano le foreste delle isole Salomone, in Oceania. Abbellita e ingentilita da suggestive sonorità Ambient, diventa così un vero inno alla natura non contaminata. L’introduzione flautata e chiaramente indigena ci porta già sul terroir vergine e biologico, mentre il refrain musicale si abbina bene al brillante giallo paglierino del bicchiere, punteggiato da numerose e minute bollicine. Il ritmo percussivo e tribale ci accompagna quindi, da vera madre natura, nell’austera e profonda complessità del vino, con la voce narrante femminile che ci illustra i suoi precisi sentori fruttati e floreali dalla rosa bianca al mughetto. Il coro che si aggiunge in seguito conferisce sia alla canzone sia alla bevuta una particolare e vellutata sicurezza, ma anche la decisa armonia tra freschezza e acidità che caratterizza questo Prosecco dall’inizio alla fine.
Il terzo calice è stato Giustino B Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Extra Dry 2015 di Ruggeri. Un calice dal residuo zuccherino di 12/15 grammi litro, con bollicine fini e persistenti, profumi di rosa e ginestra, seguiti da banana e pera accompagnati da confettura di frutta. A queste sensazioni nette segue la bocca dalla decisa freschezza, leggera sapidità con a chiudere un’ottima persistenza. “Un vino elegante – riprende Scarpellini – e un filo aristocratico come questo non poteva non avere in abbinamento un’interprete di classe e raffinatezza come l’anglo-nigeriana Sade, salita ai vertici delle classifiche internazionali a metà anni ’80 col brano “Smooth Operator”: lo stesso che andiamo a “enoascoltare”. L’introduzione a base di un sax particolarmente sinuoso accompagna bene il nostro sguardo sul bicchiere, in particolare sulla tinta giallo-buccia di limone. Il ritmo del brano dato dalle percussioni, segue poi costantemente il perlage, mentre la voce sui toni soft di Sade evoca gli stessi aromi floreali e fruttati che individuo in albicocca, papaia, mela Golden che emanano da questo Prosecco Superiore. Una canzone insomma che ha carattere e atmosfera da vendere, esattamente come questo vino: ben strutturata ma non eccessiva, dal ritmo blandamente ballabile e un’atmosfera sempre dégagé. Con struttura e alcolicità elegante ma allo stesso tempo morbida e piacevole, sempre fresca e intensa, avvolgente e persistente: alla pari di queste bollicine che sembrano non avere mai fine.

Il quarto vino è stato un Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Rive di Ogliano Extra Dry 2016 di Masottina. Dopo un colore giallo paglierino scarico aveva sentori agrumati di cedro, limone e pompelmo, di pesca e pera, poi di rosa. L’assaggio aveva una mineralità presente data dal gesso nel suolo, una breve buona persistenza, una sensazione di dolcezza non invadente per un sorso di personalità, con una leggera nota ammandorlata a chiudere. “Questo Prosecco Superiore – ci presenta Paolo – presenta una personalità forte, esigente e ricercata, per cui ho scelto un’interprete e una canzone decisamente all’altezza, sulla stessa lunghezza d’onda. La cantante americana Tina Turner con il suo “What’s Love Got To Do With It”, primo successo della spigliata interprete nella sua seconda parte di carriera, senza quindi l’ex marito Ike, nei primi anni ’80. L’inizio del brano, in morbida souplesse, è traditore come il giallo che vediamo nel bicchiere. Piano piano però il ritmo sale, alla stregua del perlage fine e incessante, proprio mentre il cantato mellifluo di Tina prospetta gli stessi sentori floreali, fruttati e agrumati che ritroviamo in questo Prosecco Superiore.
Chiudeva la sessione di degustazione il Valdobbiadene Superiore di Cartizze DOCG Dry 2016 di Flli. Bortolin. La cantina posizionata tra Saccol e Santo Stefano produce questo Cartizze con 22 grammi litro. Dopo una tonalità più intensa dei vini precedenti, aveva poi note di fiori delicati, mandorle e poi mela Golden, susina e pesca bianca, soffi erbacei per un naso molto fine ed elegante. La beva era molto morbida, fresca e sapida, con una leggera nota ammandorlata, una bella intensità e persistenza. “Per un’azienda a predominanza maschile – conclude Scarpellini – che produce un Prosecco Superiore intenso ma morbido, fine ma goloso, sapido ma vivace, la scelta è caduta su un brano e un’interprete che rispetta tutte queste caratteristiche: “Tempesta” della giovane cantautrice milanese Malika Ayane. Il ritmo sonoro parte subito vivace e incalzante, come il perlage di questa bottiglia che è allo stesso tempo fine, abbondante e persistente. L’inizio del cantato fa affiorare alla mente, o meglio al naso, profumi floreali ed erbacei, di mandorle mentre quando irrompe l’irresistibile e ballabile ritornello arrivano toni fruttati . Come la voce intensa, spiegata e sicura di questa cantante proveniente dal coro de La Scala di Milano, ma anche la struttura della canzone, con due livelli di ritmo ben differenti ma che ben si armonizzano tra loro, anche questo Prosecco Superiore vive di contrasti in perfetto equilibrio, come dimostrano acidità, sapidità ed effervescenza sempre morbide, intense e controllate”.
Questa degustazione ha evidenziato come ogni contesto produttivo è valorizzato dalla conduzione in vigna e dall’abilità dell’enologo per espressioni di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG dall’indubbio fascino e grande piacevolezza.