Cleopatra Moscato oro prezioso distillato firmato poli - Sapori News Cleopatra, alchimista dell’Antico Egitto, creò il primo alambicco della storia con cui distillare il più prezioso dei metalli, l’oro, e lo chiamò Crysopea, (dal greco chrysos, oro e poirò, fare).

Nel XXI secolo nelle Distillerie Poli, dopo anni di ricerche, rinasce una nuova Crysopea, il più innovativo alambicco a bagnomaria sotto vuoto oggi in funzione, con cui è stato distillato il prezioso Moscato Oro racchiuso in questa bottiglia.

La nuova Crysopea di Poli chiude così un cerchio simbolico, raffigurato dal drago Uroboros che si morde la coda.

Rispetto ad altri impianti a bagnomaria tradizionali operanti in Italia, i distillati ottenuti con Crysopea risultano sensibilmente migliorati per: – incremento della nota floreale terpenica – forte diminuzione delle impurità di testa – sensibile diminuzione degli esteri – riduzione dell’alcool metilico.

L’applicazione del vuoto al processo di distillazione fu tentata già verso la fine dell’800 ma si dovettero attendere molti decenni perché ne venisse fatto un uso produttivo e non solo sperimentale, in considerazione delle notevoli difficoltà tecniche connesse al rischio di implosione dell’alambicco e alla condensazione dei vapori. Il principale vantaggio della distillazione sotto vuoto consiste nell’abbassamento del punto di ebollizione dell’alcool e dei vari composti volatili presenti nella vinaccia. Questo permette di ottenere un distillato connotato da delicati aromi fruttati e floreali che, essendo tremolabili, normalmente vengono persi a causa delle temperature presenti all’interno di una caldaia.

Cleopatra Moscato Oro è ottenuta da vinacce freschissime di Moscato proveniente da Vo’, nei Colli Euganei. Si connota per un’estrema finezza e una pulizia aromatica che raramente si riscontra in un distillato. Un breve soggiorno in barili di rovere ne completa la struttura.

A Cleopatra l’alchimista questo distillato dedichiamo.

Servizio: Si consiglia di servire in un bicchiere a tulipano, alla temperatura di 10/15 °C.

GioBatta era il nome del bisnonno di Jacopo Poli, produceva cappelli di paglia, attività piuttosto fiorente all’epoca, ma aveva una grande passione: la Grappa. Costruì una piccola distilleria montata su un carretto e andò per case a distillare vinacce. Iniziò così, nel 1898, la storia dei grappaioli della Jacopo Poli. Il nonno Giovanni raccolse l’eredità spirituale di suo padre; ricavò un impianto di distillazione modificando opportunamente la vaporiera a legna di una locomotiva. Il figlio Toni Poli (padre di Jacopo) modificò nel ’56 l’impianto di distillazione originario che ancora oggi viene usato. Nelle sue mani, la Grappa si è trasformata da crisalide a splendida farfalla. Era un uomo di profonda umanità, troppo nobile per essere un buon affarista. Infine Jacopo, nato in una caldaietta, con i fratelli Giampaolo, Barbara e Andrea, porta avanti una tradizione e un obiettivo: far capire e apprezzare la fatica, la tenacia, ma soprattutto l’amore racchiuso in un distillato, un amore totale per la propria arte, per il proprio mondo, un amore senza il quale nessun risultato sarà mai possibile.

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